One Day at a Time cancellata da Netflix. Autrici, interpreti e fan in rivolta

Uno degli show più innovativi e apprezzati degli ultimi anni è stato improvvisamente chiuso da Netflix dopo tre bellissime stagioni

Netflix

One Day at a Time non ce l’ha fatta e dopo un periodo di grandissima incertezza la serie si è imbattuta nella notizia più temuta che ha purtroppo messo fine al suo ciclo.

La serie prodotta da Norman Lear e sviluppata da Gloria Calderon Kellett e Mike Royce è stata in questi anni una delle produzioni televisive più amate dalla critica, ottenendo recensioni eccellenti per tre stagioni di seguito, ma lottando ogni anno per ricevere il rinnovo da parte di Netflix.

One Day at a Time è l’adattamento di uno show omonimo – già all’epoca prodotto dallo stesso Lear – andato in onda su CBS dal 1975 al 1984 e che ha portato grande innovazione nel panorama televisivo statunitense rappresentando in modo ironico ma mai banale le contraddizioni della famiglia americana di quegli anni.

Il rifacimento di Netflix ha intensificato la componente femminile dello show, anche grazie al talento della sceneggiatrice Gloria Calderon Kellett, rappresentando tre generazioni di donne molto diverse e mettendo al centro una madre single e veterana di guerra.

La cancellazione della serie è un gesto abbastanza inspiegabile da parte di Netflix, soprattutto per il danno di immagine che può provocare alla piattaforma: One Day at a Time infatti era una sit-com classica che costava pochissimo, che giovava di interpretazioni eccezionali e una scrittura raffinata, recensita in modo eccellente e con una comunità di fan molto affezionata. Non trattandosi di una questione economica, prendere questa decisione solo in virtù di un numero di visualizzazione non soddisfacente tra gli abbonati di tutto il mondo potrebbe non rivelarsi la scelta migliore, vista la rivolta che in queste ore si sta scatenando sui social.

Netflix per anni ha costruito la propria reputazione anche sul salvataggio di show cancellati da altre emittenti e sulle possibilità concesse ad autori ed autrici appartenenti alle minoranze di ogni genere. Cancellando One Day at a Time la piattaforma di streaming americana mette fine a uno show su una famiglia latinx, che costituiva un punto di riferimento per tantissimi americani di origini ispaniche, che ha parlato di malattie mentali, di reducismo, di dipendenza dall’alcol, di coming out e di molestie sessuali. In questo caso sentirsi traditi è la cosa più naturale del mondo.

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