Cannes 2019, ecco la giuria: Alejandro G. Iñárritu e soci si raccontano in conferenza stampa

A quattro uomini e quattro donne, tra cui l’italiana Alice Rohrwacher, la responsabilità di visionare e premiare i 21 film del Concorso. A coordinare i lavori, in qualità di presidente, il regista messicano due volte premio Oscar

Alice Rohrwacher, Elle Fanning, Alejandro González Iñárritu

Il 72esimo Festival di Cannes è ai nastri di partenza e come da tradizione a rompere il ghiaccio è la giuria del concorso ufficiale, la prima a prendere la parola davanti alla platea di giornalisti provenienti da tutto il mondo che in queste ore hanno iniziato ad affollare la Croisette. In attesa del primo titolo del concorso, il film d’apertura The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch che aprirà le danze questa sera, Alejandro González Iñárritu e soci hanno raccontato le prime sensazioni e le linee guida di quello che sarà un lavoro senz’altro faticoso ma anche estremamente stimolante.

«Lo stato del cinema di oggi è molto potente – ha detto il presidente Iñárritu – La posta in gioco sta nel modo in cui la stiamo vivendo… Il cinema è nato per essere un’esperienza collettiva, ma non ho nulla contro il guardare un film su un telefono, iPad o computer, un mezzo non cancella l’altro. Netflix sta facendo un gran lavoro nella diffusione di opere che altrimenti resterebbero appannaggio di pochi e bisognerà riflettere su quanti dei film che vediamo qui arrivano poi in sala. Pochi, pochissimi».

All’ordine del giorno, negli scenari e nelle discussioni sull’audiovisivo di questi anni, non ci sono solo però solo le nuove forme di fruizione del cinema ma anche la questione della parità di genere, alla quale Cannes ha risposto scegliendo una giuria all’insegna della totale equità tra i due sessi. «La gente a chiederci com’è essere una donna regista e sono contento di vedere che siamo ben rappresentate qui – ha detto la giurata di casa nostra Alice RohrwacherMa è un po ‘come chiedere a qualcuno che è sopravvissuto a un naufragio perché è ancora vivo. Be’, chiedi alla persona che ha costruito la barca, a chi ha venduto i biglietti. Ci sono condizioni le cui cause vanno ricercate indietro nel tempo e non si possono cambiare in un giorno».

Alejandro González Iñárritu, Elle Fanning

Se la regista americana Kelly Reichardt sostiene di non vedere l’ora che arrivi il momento in cui non si debba più parlare di “registe donne”, Elle Fanning, che con i suoi 21 anni è il membro più giovane della giuria di quest’anno, ha lasciato intendere quanto intenda portare una ventata di freschezza generazionale nel palmarés. «Ero completamente sotto shock quando ho ricevuto per telefono la proposta di essere un membro della giuria di Cannes – ha dichiarato l’attrice – Mi sento orgogliosa nel rappresentare una voce giovane all’interno di questo festival e nel vedere i film con quegli occhi».

Alla domanda sul suo ruolo di guida dei lavori della giuria, Iñárritu ha glissato con ironia: «Non so come funzionerà. Non ho mai controllato niente: non i miei set, non la mia famiglia, nulla, ma penso che provvederemo a votare in maniera intensa e appassionata». In quanto primo messicano a ricoprire il ruolo di presidente di giuria a Cannes, gli è stato anche chiesto della costruzione del muro al confine tra Stati Uniti e Messico promessa da Donald Trump, tema già al centro della sua installazione Carne y Arena, vista a Cannes due anni fa e con al centro la questione dei flussi migratori: «Anche se non sono un politico credo che il problema sia l’ignoranza, che consente la manipolazione che a sua volta genera l’indifferenza verso quelle persone che nel nostro paese spariscono nel deserto e qui da voi nelle acque del mare».

A completare la giuria del Festival di Cannes 2019 ci sono la regista e attrice del Burkina Faso Maimouna N’ Diaye, il regista e fumettista ex jugoslavo, ma francese d’adozione, Enki Bilal, il regista francese Robin Campillo, il regista greco Yorgos Lanthimos e il regista polacco Pawel Pawlikowski.

La giuria di Cannes 2019

Foto: Getty Images

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