Festival di Cannes 2019: la recensione di The Staggering Girl, il film di Guadagnino con Julianne Moore

Una scrittrice italo-americana ritorna a Roma per prendersi cura dell'anziana madre. Un film piccolo e misterioso ispirato dagli abiti di Valentino, in cui lo sguardo dell'autore italiano resta inconfondibile

The Staggering Girl di Luca Guadagnino

A pochi mesi da Suspiria, e molto prima della serie che dovrebbe girare per HBO, Luca Guadagnino è a Cannes – fuori concorso nel programma della Quinzaine – con un mediometraggio di 35 minuti creato assieme a Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino. Non un lungo spot, ma senz’altro un fashion movie, cioè un lavoro creativo in cui gli abiti non sono semplicemente “costumi” ma fonte di ispirazione e componente in primo piano nella messa in scena. Guadagnino stesso ha detto di voler utilizzare una collezione d’alta moda come avrebbe usato un testo letterario.

Più flusso di coscienza che racconto in senso tradizionale, The Staggering Girl (“la ragazza barcollante”) è incentrato su Francesca (Julianne Moore), una scrittrice italo-americana impegnata nella stesura della propria autobiografia, che fa ritorno in Italia per prendersi cura dell’anziana madre (Marte Keller), una pittrice astratta. Innescate dal viaggio verso casa e dalle confessioni di una misteriosa presenza femminile, le memorie della sua infanzia si mischiano al presente senza soluzione di continuità, ulteriormente confuse dal fatto che Kyle MacLachlan interpreta praticamente tutti i personaggi maschili del film, in entrambe le epoche.

Lo stile di Guadagnino, quel modo languido e appassionato di guardare le cose, continua ad essere innescato dagli ambienti, con la parziale novità che qui le referenze estetiche si trasformano in vere e proprie citazioni: il film inizia con titoli di testa identici a quelli dei film di Woody Allen e poi si apre su un’istantanea di Manhattan che pare quasi presa di peso dal suo cinema newyorkese. Mentre la famiglia romana di Francesca fa Moretti di cognome e vive sull’Aventino, dove è girata una parte importante di Bianca.

Le atmosfere del film però non richiamano ne l’uno né l’altro, Guadagnino sembra piuttosto ancora legato alle inquietudini di Suspiria: in The Staggering Girl ci sono presenze fantasmatiche, figure femminili ambigue e una scena di ballo dai toni soprannaturali. Un’atmosfera a cui contribuisce Ryuichi Sakamoto, con un commento sonoro vagamente hitchcockiano.

In questi casi la domanda è: l’operazione regge anche al di fuori del suo contesto produttivo? La risposta è sì, perché lo sguardo dell’autore è integro, si riconosce un’ispirazione, quindi il film ha senso dentro la sua filmografia (a differenza del corto-spot per Campari di Garrone, per capirsi). Al contempo il ruolo degli abiti di Valentino è troppo invadente per essere ignorato nella discussione, la dimensione narrativa troppo esile e i ritmi molto dilatati anche nella breve durata. Per questo sarà interessante capire che circolazione The Staggering Girl avrà, nonostante l’ambizione dichiarata sia la sala.

Cannes 2019: ecco la nostra sezione con tutte le news, le recensioni e le foto dal Festival

© RIPRODUZIONE RISERVATA