Addio a Tomas Milian. Il grande attore ci lascia a 84 anni

Lutto nel mondo del cinema

Il grande Tomas Milian

Si è spento ieri all’età di 84 anni, stroncato da un ictus presso la sua abitazione di Miami, il grande Tomas Milian, attore di origine cubane che grande fama ha conosciuto in Italia per via dei numerosi personaggi iconici che ha interpretato per il nostro cinema più popolare, e pensiamo ad esempio all’ispettore Nico Giraldi creato da Bruno Corbucci o a Er Monnezza, apparso per la prima volta in Il trucido e lo sbirro di Umberto Lenzi.

Eppure, guai a scambiare Milian per un interprete da b-movie: la sua è stata una carriera totale che ha attraversato i generi più disparati, portandolo a lavorare con autori del calibro di Mauro Bolognini, Alberto Lattuada, Luchino Visconti, Valerio Zurlini, Bernardo Bertolucci e Michelangelo Antonioni. Tutto questo, senza contare la sua carriera nel cinema internazionale, su cui spiccano titoli come JFK di Oliver Stone, Amistad di Steven Spielberg e Traffic di Steven Soderbergh.

Uno status, quello raggiunto dall’attore, che non ha probabilmente pari nel cinema italiano, e questo proprio per merito di una filmografia che ha abbracciato in egual modo cinema d’autore e cinema pop, cineasti da festival e cineasti di genere, portando a galla un caleidoscopio ricchissimo di ruoli ed emozioni.

Un attore dalle mille facce, Tomas Milian, uno che ti fa ridere con la scorrettezza di Er Monnezza o con le sue esilaranti trasformazioni (memorabile l’asiatico di Delitto al ristorante cinese) ma che poi ti ghiaccia il sangue con la durezza di Banditi a Milano. Intere generazioni sono cresciute coi suoi film sognando di raggiungere anche solo un briciolo del suo coolness, lui che era la sintesi sublime del trucido, dello slapstick e della naïvité romanesca.

Il nostro viveva negli States ormai da diversi anni, ma nessun altro paese lo avrebbe potuto amare più dell’Italia. Lui lo sapeva, e ha detto all’amica Monica Cattaneo pochi giorni prima di spegnersi: «La settimana scorsa, l’ultima volta che ci siamo sentiti, mi chiedeva di riportarlo a Roma, perchè aveva deciso che voleva vivere a Roma gli ultimi anni della sua vita, e morire nella città che aveva visitato l’ultima volta quando era stato premiato alla Festa del cinema di Roma».

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