… Altrimenti ci arrabbiamo! Roberto Recchioni ricorda Bud Spencer con una scena cult

L'omaggio all'attore scomparso attraverso un momento indimenticabile di uno dei suoi film più amati, girato con l'amico di sempre Terence Hill

Dallo scorso febbraio, Roberto Recchioni (fumettista e romanziere, oltre che curatore di Dylan Dog per la Sergio Bonelli Editore) firma su Best Movie A scena aperta, rubrica in cui svela i segreti delle scene più belle dei film disponibili in home video.

… altrimenti ci arrabbiamo! è stato il film più visto in Italia nel 1974 ed è quattordicesimo nella classifica assoluta dei maggiori incassi nel nostro cinema (senza tener conto dell’inflazione). Il che rende difficile capire perché la pagina Wikipedia italiana del film sia assolutamente striminzita e perché sia praticamente impossibile trovare articoli di approfondimento sulla pellicola. Se poi andiamo ad analizzare il film solo per i suoi meriti, la cosa diventa del tutto inspiegabile. Ma andiamo con ordine. Nella filmografia di Bud Spencer e Terence Hill, …altrimenti ci arrabbiamo! si colloca come ottavo film della coppia. Settimo, se teniamo conto che Il corsaro nero non è ascrivibile al ciclo di Bud & Terence in quanto Spencer aveva solo una parte minore. Prima ci sono stati Dio perdona… io no!, I quattro dell’Ave Maria, La collina degli stivali (tre western all’italiana abbastanza canonici, dove il tono giocoso della coppia non emerge prepotente), Lo chiamavano Trinità… e … continuavano a chiamarlo Trinità (primi film insistentemente comici e successi mondiali) e poi … più forte ragazzi, definitivo addio all’ormai defunto genere degli spaghetti western e codificazione definitiva della grammatica del duo.

È però con … altrimenti ci arrabbiamo! che tutti i pezzi trovano la loro perfetta collocazione ed equilibrio, e la visione (sì, non sto esagerando) trova la forma ideale che poi sarà reiterata altre nove volte (con risultati mai altrettanto esatti). La struttura è semplice e classica: due eroi controvoglia, antitetici in tutto, costretti a collaborare per raddrizzare un torto inizialmente personale e poi riguardante un’intera comunità vessata. Le armi da fuoco sono bandite (le usano solo i cattivi e molto, molto, raramente) mentre abbondano le scene di combattimento a mani nude – molto spettacolari, molto coreografie, ma mai realmente violente, perché sempre raccontate attraverso il filtro della comicità. In sostanza, Bud & Terence inventano il filone di quell’action-comedy che poi diventerà il marchio di fabbrica, ad esempio, del cinema migliore di Jackie Chan (da Il serpente all’ombra dell’aquila in poi). Non a caso, il divo di Honk Kong ha sempre ammesso di avere un grosso debito nei confronti delle “scazzottate” di Spencer e Hill. E proprio al cinema dell’ex-colonia britannica ci fa pensare la penultima scena d’azione di … altrimenti ci arrabbiamo!, quella ambientata nel bosco. Da una parte una banda di motociclisti con tute e caschi neri, in sella ad agili moto scrambler, dall’altra Terence e Bud, il primo su una scattante moto da cross, il secondo su un modello basso e dalle ruote sovradimensionate (simile al Suzuki Van Van, ma ancora più esagerato). La prima parte della sequenza è tutta incentrata su Terence Hill (immagine 1 nella gallery in fondo) che, come un novello Steve McQueen in La grande fuga, fa scorribande tra sentieri di terra battuta ed erba, schivando gli avversari e mandandoli a schiantarsi contro gli alberi (immagine 2). È un bel cinema di movimento, realmente spettacolare e sostenuto da un regia vivace. Il montaggio è serrato, ci sono inquadrature ardite e un paio di salti davvero notevoli (immagine 3). Se non fosse per i numerosi siparietti comici che la intramezzano (immagine 4), sarebbe una scena che non avrebbe sfigurato in nessuno dei muscolari film d’azione che andavano di moda negli anni Settanta. Poi entra in scena Bud e tutto cambia (immagine 5). La colonna sonora sostituisce il rombo delle moto e parte il tema composto dagli Oliver Onions, il tono si fa ancora più farsesco e viene messa in essere una sorta di giostra medievale con le moto al posto dei cavalli (immagine 6). È una sequenza muta che però racconta moltissimo sui due protagonisti, mostrandoci le loro caratteristiche peculiari e le meccaniche di interdipendenza che li legano l’uno all’altro (immagine 7). Il finale è al tempo stesso spassoso quanto spettacolare, sostenuto da uno stunt davvero notevole (immagine 8). La cosa interessante di questa sequenza è che oltre a essere ben fatta, ricorda molto da vicino alcune scene analoghe con scagnozzi motociclisti vestiti tutti di nero e in sella a moto da cross, di alcune pellicole di John Woo. Penso a titoli come Hard Boiled, Hard Target e Mission: Impossible 2. In particolare, rispetto al film con Tom Cruise, il riferimento è perfino più marcato visto che anche nella seconda avventura di Ethan Hunt c’è una lunga battaglia tra moto e una disfida di sapore medievale sulla spiaggia. Coincidenze, direte voi. Coincidenze, mi sono detto io. Fino a quando non ho avuto modo di intervistare il regista e togliermi la curiosità. E così ho scoperto che non solo Jackie Chan era un fan di Terence Hill e Bud Spencer, ma anche John Woo lo è. Del resto, non è poi così strano visto che i loro film sono stati distribuiti ovunque, riscontrando sempre un grande successo, e che …altrimenti ci arrabbiamo! è riconosciuto dalla critica straniera come un cult classic. Quello che è strano, anzi, inspiegabile, è quella mezza paginetta sulla Wikipedia italiana…

 

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