telegram

Andrea Bocelli canta le colonne sonore del CINEMA. L’intervista

In occasione dell'uscita oggi dell'album dedicato ai temi musicali dei grandi classici della Settima Arte, abbiamo incontrato il celebre tenore toscano

Andrea Bocelli canta le colonne sonore del CINEMA. L’intervista

In occasione dell'uscita oggi dell'album dedicato ai temi musicali dei grandi classici della Settima Arte, abbiamo incontrato il celebre tenore toscano

Ho incontrato Andrea Bocelli, il famoso tenore toscano, durante una recente visita a Los Angeles. Sono stata invitata dal cantante e produttore musicale Tony Renis al concerto al Dolby Theatre di Hollywood (18 settembre), dove Bocelli ha cantato famose canzoni da film come Il Postino, La vita è bella, Il fantasma dell’Opera, L’amore è una cosa meravigliosa, Colazione da Tiffany, per uno speciale televisivo che andrà in onda alla PBS (27 novembre). Aveva già registrato questi brani (in italiano, inglese, francese, spagnolo e dialetto siciliano) nella sua villa di Forte dei Marmi, per un disco intitolato CINEMA (esce oggi 23 ottobre). La giovane moglie Veronica, sposata nel marzo 2014, ha raggiunto il marito sul palco per un duetto, “Guancia a guancia,” dal film di Fred Astaire Cappello a cilindro.

Durante un’intervista esclusiva per noi, giornalisti della Hollywood Foreign Press, l’associazione stampa produttrice dei Golden Globes fin dl 1944, Bocelli, simpatico ed elegante, si è raccontato, anche grazie aneddoti molto personali.
«Ho scoperto la mia voce da bambino. In collegio qualcuno sapeva che avevo questa passione, e mi hanno chiesto di cantare a una recita di fine anno. Quando arrivai sul palco, siccome il pubblico era tutto fatto di miei compagni, c’era una confusione pazzesca, e quello che stavo per fare non interessava a nessuno. Allora io iniziai a cantare “O Sole Mio.” Credo che le prime frasi non le abbia sentite nessuno, ma quando cantai la prima nota acuta di questa canzone, mi accorsi che dopo c’era un silenzio assurdo; e alla fine dell’esibizione mi ricordo che mi fecero un applauso incredibile, fortissimo. E questo per me era strano, che dei ragazzi della mia età fossero così interessati a questa cosa; ma è stato il primo segnale che c’era dentro di me qualcosa che toccava il cuore della gente, con la mia voce. Avevo un maestra molto brava, che mi ripeteva spesso: “Ricordati che la tua voce non è un merito tuo, è un dono di Dio.” E io sono cresciuto con questa ferma convinzione, che continua fino ad oggi, e anzi è assai più radicata di allora».
Come si riesce a suscitare emozioni così forti attraverso il canto?

«Il canto lirico si è sviluppato nel tempo attraverso una tecnica che è cresciuta nei secoli. I cantanti d’opera, avendo la necessità di superare il muro dell’orchestra, devono essere molto intonati e arrivare con l’espressione fino all’ultima fila del teatro. Per questa ragione il risultato che si ottiene cantando con questo tipo di tecnica arriva dritto allo stomaco della gente. La voce del tenore non è naturale, nel senso che è una tecnica che va assolutamente studiata, ma è praticamente la stessa di un neonato quando grida, ed è in grado di farlo tutto il giorno senza perdere la voce. Il problema è che, quando si impara a parlare, si disimpara le tecnica del canto. Infatti c’è un detto che ho ripetuto spesso: “Il parlare è il nemico del cantare.” Quindi il tenore non deve far altro che reimparare quello che la natura gli ha dato e che ciascuno di noi disimpara crescendo».
Qual è il fine dell’arte, secondo lei?
«Io credo che l’arte in generale sia stata data all’uomo per comunicare l’incomunicabile, quello che con le parole non si riesce a dire. E nella voce c’è un linguaggio criptato che serve proprio a questo, a trasmettere sensazioni, emozioni forti, che con le parole non si riuscirebbe mai a comunicare. E quando alcune persone del pubblico si commuovono ascoltando un cantante, con le loro lacrime dimostrano la potenza della voce».
Che ricordi conserva di Pavarotti? È stato un suo mentore?
«Il Maestro Pavarotti è stato una persona molto importante per me, perché abbiamo spesso parlato del cantare; quando ero in tourné in giro per il mondo, a volte lo chiamavo e stavamo al telefono per un’ora. Quindi ho molti bei ricordi di lui, come cantante e come essere umano. Ho tutte le sue registrazioni sul mio iPhone. Il privilegio di artisti come lui è che non muoiono mai, perché continuano a vivere attraverso i loro dischi».
Nell’album CINEMA, lei canta insieme a sua moglie Veronica, com cui è molto affiatato, la canzone “Guancia a guancia”. Cos’è la femminilità, esattamente?
«Questa è una domanda difficilissima a cui non è possibile rispondere, perché bisognerebbe avere la presunzione di conoscere le donne. Risponderò con un aneddoto, che forse lei conoscerà. Uno scrittore geniale (psychologist Alan Francis) ha scritto un libro che s’intitola: Tutto ciò che ho capito delle donne ( Everything Men Know About Women). E il libro è fatto di 300 pagine, tutte bianche. Mi sembra un’idea incredible e assolutamente vera. La cosa che mi colpisce di più in una donna è sempre la femminilità, la voglia e il piacere di essere donna. Quindi più una donna è donna e più mi piace. L’uomo e la donna sono assolutamente complementari. Tutto quello che ha una donna manca all’uomo e viceversa. Per questa ragione c’è un’attrazione irresistibile fra un uomo e una donna».

Foto: @Hollywood Foreign Press Association

Andrea Bocelli e la corrispondente di Best Movie da Los Angeles, Elisa Leonelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA