Blue Jasmine: intervista alla più internazionale delle attrici italiane della sua generazione

Torna in sala con tre film in poche settimane, lavorando con Castellitto, i Taviani e a fianco di due mostri sacri come Sean Penn e Javier Bardem. Jasmine Trinca, ci racconta l’esperienza in coppia con Riccardo Scamarcio per Nessuno si salva da solo. E le emozioni del suo primo film hollywoodiano

Storia d’amore e disamore, dal primo incontro alla separazione, passando per i figli, la malattia, il tradimento; storia di una coppia, tutta raccontata a posteriori e in flashback, durante una cena chiarificatrice, quando la vita assieme si è già consumata ma ci sono ancora un po’ di cose da dire. Stiamo parlando di Nessuno si salva da solo, al cinema dal 5 marzo, con cui Sergio Castellitto traduce per la terza volta per il grande schermo – dopo Non ti muovere e Venuto al mondo – un romanzo della moglie Margaret Mazzantini. Protagonisti, nei ruoli di Gaetano e Delia – lui autore per la tv e lei nutrizionista – Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca. Volto da mélo adottato dal cinema francese, con una certa predilezione per il dramma naturalista, la Trinca è in sala anche col film dei fratelli Taviani Maraviglioso Boccaccio, mentre a maggio arriverà The Gunman, trampolino di lancio per il mercato americano, dove è co-protagonista al fianco di Sean Penn e Javier Bardem.

Best Movie: Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini amano collaborare per i loro progetti, ti sei confrontata con entrambi?
Jasmine Trinca: «Il lavoro dell’uno si fonde con quello dell’altra, c’è una forma di ammirazione reciproca davvero autentica. Margaret veniva spesso sul set e, anche se in modo discreto, aggiungeva senz’altro qualcosa all’opera di Sergio. D’altra parte sono personaggi che ha concepito lei. E avere sia lo sguardo maschile che quello femminile sul tuo ruolo è un lusso».

BM: Che tipo di regista è Castellitto?
JT: «Dirige in modo vero, autentico, ma anche molto delicato. Capitava che mi chiedessi come mai accogliesse tanto di quello che facevamo: interveniva poco, sulle piccole cose. Il suo metodo di lavoro è di preparare per bene prima tutto, e poi lasciare gli attori piuttosto liberi sul set».

BM: Il film racconta la storia di una coppia, di come la loro intimità evolve negli anni: tu e Riccardo Scamarcio dovevate essere molto affiatati per farlo funzionare.
JT: «Riccardo è l’attore con cui ho il feeling maggiore, ci conosciamo e frequentiamo anche nella vita privata, siamo amici. Lui per molti versi è simile a me, ci corrispondiamo, quindi sentiamo subito se c’è verità in quello che facciamo. Non tradire i sentimenti per me è la cosa più importante; ad esempio non mi piace commuovermi per finta, mi imbarazza».

BM: Delia soffre di disturbi alimentari, hai dovuto perdere peso?
JT: «Dovevo dimagrire un po’. Ma lavorare sul corpo porta ad altri risultati che non sono soltanto quelli estetici; tra l’altro credo che da quel punto di vista non si noti nemmeno tanto. Però il fatto di mangiare di meno per un periodo ti obbliga mentalmente ad adattarti a una privazione, di nutrimento e affettiva, e questo mi ha aiutato mentre giravo. In ogni caso, per me, più della preparazione – e qui si è trattato anche di provare parrucche o di “truccare” i denti affinché sembrassero rovinati dalla bulimia – è il set il momento fondamentale, il sentimento che si genera in quel contesto». […]

(foto: Getty Images)

Leggi l’intervista completa su Best Movie di marzo, in edicola dal 24 febbraio.

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