Cars 2: le location

Da Parigi a Tokyo, scoprite come alcune delle più belle città del mondo sono state reinterpretate in perfetto stile "Cars"

Pubblichiamo gli estratti del Pressbook ufficiale del film:


Londra

Diversi membri della squadra di produzione di “Cars 2” sono stati coinvolti in un intenso viaggio in Europa nel maggio 2009, visitando il maggior numero di città possibile, compreso un breve soggiorno a Londra.

I filmmakers hanno preso nota della tavolozza cromatica che domina ogni Paese. Racconta lo scenografo Harley Jessup. “Londra è caratterizzata dal cielo grigio e dai muri di pietra che contrastano con i colori brillanti delle macchine e con il rosso degli autobus a due piani e delle cabine telefoniche.  Londra è ricca di accenti rossi e blu”.

La visita comprendeva soste a Scotland Yard, alla House of Parliament, al Big Ben, a Westminster e al London Eye, ma Jay Shuster, direttore artistico dei personaggi, ha trascorso diverso tempo anche sulle strade comuni di Londra, per osservarne ogni angolo.  “C’è stato un giorno in cui mi trovavo ad un incrocio, nel momento di maggiore traffico mattutino, cercando di memorizzare tutte le auto che vedevo, compresi i camion e gli autobus, proprio per riuscire a catturare il sapore e il gusto di quell’ambiente”.

Le osservazioni di Shuster hanno permesso alla squadra di popolare le città del mondo con i veicoli più appropriati. “Specie indigene”, così come lui le definisce.

Gli artisti si sono divertiti a creare un mondo completamente popolato dalle automobile, trasformando persino alcuni dei monumenti più caratteristici di ogni città. Dice Jessup: “Ci siamo ispirati a modelli di auto e a temi caratteristici della fine dell’800 e dei primi del ‘900 per decorare i monumenti più antichi, che sono le icone di queste città”.

Ad esempio, nella Londra di “Cars 2”, il duomo della Cattedrale di St. Paul ha la forma di un cambio differenziale. Una delle trasformazioni preferite dalla squadra è il Big Ben — che in “Cars 2” viene appropriatamente denominato Big Bentley. “Questo è forse il migliore esempio di un monumento che si inserisce perfettamente nel nostro mondo”, dice Jessup, che ha avuto l’opportunità di una rara visita all’interno del Big Ben. “Il Big Bentley gioca un ruolo centrale nella storia. Per poterlo adattare al mondo di ‘Cars’, l’abbiamo ingrandito del 250 percento; persino i meccanismi che potrebbero essere contenuti in una sala da conferenza, sono stati ingranditi almeno 50 volte ispetto alla loro dimensione normale. Questo monumento sfoggia anche il design e gli ornamenti tipici di una Bentley.

Lewis spiega che anche un altro monumento londinese doveva essere rappresentato. “Si tratta di Buckingham Palace”, dice il co-regista. “Abbiamo sempre pensato che il traguardo della gara doveva essere collocato vicino all’entrata di Buckingham Palace, per finire in modo maestoso. Abbiamo trovato molto divertente l’idea di Cricchetto che cerca di far ridere le guardie del Beefeater!”

Parigi

La fantasia di Lasseter aveva da tempo immaginato Cricchetto a Parigi. “Come riuscirebbe Cricchetto a muoversi in quelle gigantesche rotatorie intorno all’Arco di Trionfo?” chiede. “Dove non c’è alcun tipo di segnaletica, né cartelli, né strisce sulla strada”.

Il film presenta immagini di Parigi che comprende uno scorcio del famoso monumento con Cricchetto che cerca di seguire il flusso del traffico. Anche qui la squadra di produzione ha trasformato i monumenti più noti della città: l’Arco di Trionfo ha la forma di un motore ed è corredato da lampeggianti. La scena comprende anche una coppia di automobili che si bacia romanticamente su un ponte che ricorda il Pont des Arts, un luogo che Lasseter e sua moglie Nancy non dimenticano mai di visitare quando si trovano in questa splendida città. Lasseter ha anche voluto che la macchina-donna fosse disegnata nel colore preferito di sua moglie, il viola lavanda.

E ovviamente anche il Pont des Arts è stato trasformato per il mondo di “Cars 2”, insieme agli altri monumenti più caratteristici della città: è infatti costruito con le molle a balestra usate nelle sospensioni delle macchine. La vetta della Tour Eiffel ha la forma della tipica candela di accensione europea degli anni ’30 mentre la sua base contiene parti di una ruota a raggi francese. La leggendaria Cattedrale di Notre Dame è adornata con 24 “car-goyle” mentre gli archi rampanti assomigliano ai tubi di scappamento.

La squadra di “Cars 2” ha avuto la possibilità di esplorare gli showroom degli Champs-Elysées e di visitare il Museo del Grand Palais e il Louvre. Ha visto la Bastiglia, l’Opera e il Musée d’Orsay e hanno voluto inserire Les Halles nel film. Il vecchio mercato di frutta e verdura, demolito negli anni ’70, è stato ricreato per “Cars 2” e trasformato in un mercato di pezzi di ricambio di auto usate. “E’ diventato un luogo davvero suggestivo”, dice Jessup, “una vasta struttura in ferro battuto, in cui le macchine possono entrare e correre, e ha un aspetto zingaresco che lascerà tutti senza parole.

“Sono stato molto contento di lavorare a Parigi”, continua Jessup. “Avevamo studiato la città nei minimi dettagli per ‘Ratatouille’ e siamo stati felici di poterci tornare. Parigi è davvero splendida”.

Italia

Per sviluppare la finta città marittima di Porto Corsa, in Italia, la produzione di “Cars 2” ha visitato le varie località della costa italiana e francese, ispirandosi alle suggestiva litoranea che da Portofino conduce a Nizza, per poi assistere alla famosa gara automobilistica di Monaco.

“Quando abbiamo deciso di dare vita ad una cittadina italiana”, racconta Lewis, “per noi è stato come scrivere una lettera d’amore alle corse italiane. L’Italia infatti adora le macchine da corsa. Volevamo catturare questa passione, attraversando la splendida costa per arrivare fino al fermento di Monaco in cui impazza il gioiello italiano, la Formula 1, senza dimenticare una puntatina al celebre casinò di  Monte Carlo”.

Portofino è stata una grande fonte di ispirazione per il look di Porto Corsa.  “La Riviera italiana è punteggiata da tetti di terracotta, a tinte vivaci, di ciottoli, circondati dalla lussureggiante vegetazione mediterranea e da una limpida acqua turchese”, dice Jessup. La squadra voleva creare un look e un’atmosfera mondana per la cittadina di Porto Corsa, quindi ha mescolato l’architettura della Riviera francese con la natura di Portofino.

Seguendo lo stile del film, la Marina di Porto ha la forma di un volante, mentre il casinò è costruito su una protuberanza che ricorda una Fiat 500 del 1948, la famosa ‘Topolino’:  sui tavoli verdi all’interno del casinò rotolano variopinti dadi di stoffa, come quelli che ciondolano spesso dagli specchietti retrovisori all’interno delle macchine.

“I luoghi del film vengono caratterizzati in modo da diventare dei veri e propri personaggi a se stanti”, spiega Lasseter. “Arricchiscono il film di umorismo e spettacolarità, in un modo che non si era mai visto in un film Pixar prima d’ora”.

Tokyo

L’avventura oltre-oceano di “Cars 2” ha inizio in Giappone e i filmmakers non vedevano l’ora di mostrare le vibranti luci e colori che illuminano Tokyo di notte. “I cartelloni del quartiere Ginza con i loro colori vivaci sono straordinari”, dice Jessup.

Lasseter e Lewis, che hanno visitato il Giappone varie volte, erano entusiasti all’idea di condurvi le loro auto. “Non vedevamo lora di vedere i nostri personaggi a confronto con una cultura così diversa”, dice Lewis. “Saetta McQueen e Cricchetto sarebbero stati catapultati in situazioni molto intense, in cui Saetta sarebbe stato probabilmente a proprio agio mentre Cricchetto si sarebbe sentito totalmente fuori posto. E sicuramente si sarebbe fatto notare”.

Aggiunge Lasseter: “Chiunque sia stato in Giappone e si sia recato in un bagno giapponese conosce la differenza con le toilettes americane, che a confronto, sono davvero spoglie. Abbiamo pensato: ‘Come reagirebbe Cricchetto?’ e ‘Come sarebbe il bagno giapponese delle automobili?’ C’è da dire che ci siamo davvero divertiti”.

Alcuni membri della squadra di produzione si sono recati a Tokyo nell’ottobre  2009  per studiare l’ambientazione delle scene iniziali del film. Fra i ricercatori c’era Sharon Calahan, il direttore della fotografia responsabile delle luci. “Tokyo era un po’ cambiata rispetto all’ultima volta che l’avevo vista”, dice Calahan, “ma è stato interessante visitare quelle zone che non ancora non conoscevo, i luoghi più appartati, meno turistici, così diversi dai quartieri luminosi e appariscenti del centro. Abbiamo esplorato la città liberamente per trarne la giusta ispirazione. La sequenza del party per il Gran Premio Mondiale, che inaugura il film, è ambientata all’interno di un museo e il Centro Nazionale d’Arte di Tokyo si trovava proprio sotto al nostro hotel. All’inizio non l’avevamo preso in considerazione ma quando l’abbiamo visto ci è piaciuto e l’abbiamo trovato perfetto per quella scena”.

“Oltre tutto è un luogo che si è prestato benissimo alla ‘caratterizzazione automobilistica’ che contraddistingue nel film”, dice Lewis. “E’ moderno e sofisticato e ci è sembrato il luogo ideale per mettere in scena la serata inaugurale del Gran Premio Mondiale”.

A Tokyo la squadra di produzione ha voluto ambientare la gara sulle strade. Ispirati dalla gara notturna di Formula 1 che si svolge sulle strade di Singapore, Lasseter e Lewis hanno visionato parecchio materiale d’archivio. “La pista è costellata di alogene luci bianche”, spiega Lewis. “E’ bellissima. John ed io abbiamo utilizzato i neon di Tokyo per la corsa notturna. Un’atmosfera  high tech e luminoso in un netto contrasto con la cittadina tipicamente americana di Radiator Springs”.

“Questo film è molto diverso dal primo ‘Cars’”, dice Lasseter, “ma è pur sempre parte di quel mondo. Mostra lo sfarzo e il glamour, la tradizione e la modernità dell’Europa e del Giappone; esplora lo spionaggio, le varie tecniche di gara e numerosi tipi di auto da corsa. E’ stata una bellissima esperienza”.

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