Festival di Roma: l’intervista al futuro Hugo Cabret, il giovane Asa Butterfield

In occasione della presentazione di alcune clip del nuovo lavoro di Martin Scorsese, il primo in 3D, abbiamo incontrato il quattordicenne protagonista del film. Che ci ha racontato di un'incredibile avventura ambientata nella Parigi di inizio Novecento

Al Festival di Roma si è consumato uno degli eventi più attesi dell’intera manifestazione, ovvero la presentazione del nuovo lavoro di Martin Scorsese, Hugo Cabret, che sarà distribuito in Italia da 01 a partire dal 2 febbraio. In realtà l’evento in sé è stato meno gratificante del previsto, poiché del film si è vista in 3D solamente una clip di meno di cinque minuti (quella in cui Hugo e la sua amica Isabelle attivano per la prima volta, con la chiave che lei porta al collo, un robot a molla in grado di scrivere, e il cui messaggio è l’incipit dell’intera avventura), cui è seguito un brevissimo backstage e un saluto registrato da Martin Scorsese.

Il film, ricordiamo, racconta le avventure di un ragazzino che vive nella stazione dei treni di Parigi, dove trova per caso in uno scantinato un automa (ovvero un robot che si carica a molla attraverso un complicatissimo meccanismo) appartenuto al regista Georges Méliès. Il padre di Hugo (Jude Law), un orologiaio, lo ripara proprio poco prima di scomparire e lasciarlo orfano. Hugo e Isabelle daranno vita alla creatura meccanica innescando una serie di eventi che sconfinano anche nella magia.

Abbiamo incontrato e intervistato il giovane protagonista del film, Asa Butterfield. Asa (ma si pronuncia “Isa”) è un ragazzino di 14 anni timido ed educatissimo, che porta sul naso un paio di grossi occhiali da vista neri. All’intervista indossa una giacca di velluto verde con un ingombrante risvolto sopra una t-shirt bianca, dei jeans e delle sneakers. Risponde a voce bassa e per la sua età è tanto serio e composto che fa tenerezza.

BEST MOVIE: Come è stata l’esperienza sul set?
ASA BUTTERFIELD: Beh, naturalmente è stato incredibile lavorare con Martin Scorsese, e sul set eravamo come una grande famiglia. Da un punto di vista pratico, si girava in 3D, quindi tutto il processo ha richiesto molto tempo, molti preparativi per ogni scena. Poi c’erano molti cani, e anche questo richiedeva tempo a causa della presenza degli addestratori.

BM: Come sei stato scelto da Martin Scorsese?
AB: Ho fatto due provini a Londra e poi ho mandato una cassetta a Scorsese perché mi vedesse direttamente. Mi ha chiamato e sono andato a New York per incontrarlo. Dopo due giorni ho saputo di avere la parte. Me lo ricordo perché la mamma mi ha fatto uscire da scuola prima per dirmelo.

BM: Com’è Scorsese sul set?
AB: Succede che alle volte lui ti chiede di rifare una scena quando tu pensi di averla fatta bene. E invece lui te la fa ripetere ancora e ancora, ma alla fine il risultato è incredibile e capisci che aveva ragione lui.

BM: E Sasha Baron Cohen (l’interprete di Borat, NdR), è folle come sembra nei suoi film?
AB: Uno lo conosce in veste comica ma poi sul set, in realtà, è uno estremamente serio e concentrato: si faceva chiamare con il nome del suo personaggio anche quando non si stava girando per restare nella parte.

BM: Com’è la tua vita quando non giri?
AB: Ho 14 anni e vivo a Londra. Leggo molto, mi piace leggere. Poi mi piacciono anche i videogames. Quando non sto sul set preferisco lasciare un pò il cinema da parte perché non prenda troppo il sopravvento. Ho un fratello più grande, una sorella più piccola e due gatti.

BM: Quali sono state le tue esperienze con il cinema finora?
AB: Ho fatto un po’ di film, Il bambino con il pigiama a righe, Tata Matilda e il grande botto, Wolfman e altre cose in TV. Ma questa è di gran lunga l’esperienza più imoportante.

BM: Perché pensi che un ragazzo della tua età possa essere interessato ad un film di un autore “per adulti” come Scorsese?
AB: Principalmente perché in questo caso la storia riguarda dei ragazzini, sono le avventure di Hugo. Poi perché c’è molta avventura, mistero, fantasy, degli apetti magici. È un film maturo con una nota infantile. E perché ha un aspetto educativo, pedagogico.

BM: Scorsese ti consultava sul set?
AB: Sì, mi veniva a chiedere di tirar fuori le mie idee, è un regista che richiede all’attore di usare le sue esperienze personali. In questo caso il film era su un ragazzino e lui voleva che gli dessi in prima persona la mia visione di ragazzino.

BM: Come vivi il fatto di diventare famoso così presto?
AB: Ovviamente essendo molto giovane le cose non sono state semplici. Le persone della mia età generalmente non lavorano. Ora mi sono abituato ma all’inizio è stato uno shock lavorare molte ore di seguito, non vedere per anni gli amici, e nelle ore libere avere un tutor per la mia educazione.

BM: Hai visto Kick-Ass? E come è stato lavorare con Chloe Moretz che in quel film interpretava Hit-Girl?
AB: [ride e per la prima volta dall’inizio dell’intervista sembra rilassarsi] Grande film Kick-Ass! Con Chloe abbiamo la stessa età, gli stessi interessi, e quindi trovare la sintonia è stato facile, e ci stiamo tenendo ancora in contatto.

BM: Cosa ti piacerebbe interpretare ora se potessi scegliere?
AB: Mi piacebbe interpretare un superoroe o un giovane James Bond, non sarebbe male.

BM: Hai visto i film di Scorsese? Forse sei ancora un po’ giovane per alcuni…
AB: Ho visto The Departed, The Aviator, Shutter Island e altri, li ho studiati a fondo. In pratica tutti quelli che non erano vietati, anche se quelli vietati probabilmente sono i migliori [ride]. Scorsese invece mi ha fatto vedere una quantità di film per prepararmi, tutti quelli che potevo, soprattutto quelli di Méliès.

BM: Qual è il tuo attore o attrice preferita?
AB: La mia attrice preferita è Sigourney Weaver, ho visto praticamente tutti i suoi film, e mi sono rimasti impressi Avatar e tutti gli Alien. (Foto Getty Images)

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Sotto le foto di Asa Butterfield al festival

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