«Il film su Akira? Si svolgerà a Manhattan»: parla lo sceneggiatore della versione live action del manga

Gary Whitta, da tempo al lavoro sull'adattamento per il grande schermo del manga di Katsuhiro Otomo, svela qualche dettaglio della sua versione

Vedrà mai la luce? O dobbiamo continuare ad aggrapparci a qualche vana speranza, ben sapendo in cuor nostro che il film su Akira non vedrà mai la luce? Domanda interessante alla quale non siamo in grado di dare una risposta precisa: l’opera di adattamento live action del manga di Katsuhiro Otomo – diventato poi film animato nel 1988 – è in corso da anni, con voci più o meno fondate che si rincorrono e vengono subito smentite, sia per quel che riguarda il cast sia per quel che riguarda la regia. Due cose almeno sono certe; la prima, se non avete avuto la fortuna di godervi l’anime quando uscì al cinema 25 anni fa potete farlo oggi, anno 2013, e tra l’altro in una versione rimasterizzata in digitale 2K: la data, segnatevela, è il 29 maggio (cioè oggi) e solo il 29 maggio.

La seconda cosa è che Gary Whitta è uno degli sceneggiatori che hanno lavorato al complicatissimo script dell’adattamento live action di Akira; autore tra l’altro della sceneggiatura di After Earth, Whitta ha recentemente parlato con Collider e spiegato nel dettaglio quali siano i problemi (e le soluzioni) di trasportare in occidente un prodotto violentissimo (e quindi potenzialmente rated-R) e geograficamente molto caratterizzato. Ecco un estratto delle dichiarazioni più interessanti di Whitta:

«Ci siamo chiesti spesso come aggirare il problema della “occidentalizzazione” del film: non ci farebbero mai fare un film da 100 milioni di dollari con un cast completamente giapponese. La cosa è diventata quasi una barzelletta, con la gente che per ridere diceva che Shia LaBeouf sarebbe stato Tetsuo».

«La mia soluzione era interessante: invece che ambientarlo a New Tokyo l’avremmo ambientato a Manhattan, ma una Manhattan che è stata venduta ai giapponesi per fare un po’ di soldi; sono stati i giapponesi a colonizzarla e trasformarla in New Tokyo, con tanto di ghetti per gli americani».

«Non è neanche facile adattare un’opera del genere e trasformarla in un PG-13, perché 100 milioni di budget per un rated-R ce li possiamo scordare». 

Tutto questo, ovviamente, vale se e solo se il progetto dovesse davvero ripartire…

L’intervista completa si trova qui.

Fonte: Collider

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