Il Trono di Spade, pro e contro di The Laws of Gods and Men. I voti in anteprima alla puntata 4×6

Il bagno caldo di Theon, capre arrostite e un Tyrion leggendario

Dopo due puntate fiacche, una puntata leggendaria.
La gita a Braavos di Stannis con cui si aprono le danze è forse la cosa meno interessante, una questione strettamente bancaria, ma la faccia di Ser Davos quando si presenta in sauna dopo aver ottenuto il prestito vale la pazienza. L’occasione è utile anche per imparare la barzelletta del pirata che se la fa addosso, che a quanto pare a Westeros è un vecchio pezzo di repertorio. Fatto sta che ora Baratheon ha i soldi che gli servono per rimettere in piedi il suo esercito.
Voto a come Davos se la gode quando ne fa una giusta: 7.

Dopo un bel po’ ritroviamo pure Yara Greyjoy, esattamente dove l’avevamo lasciata alla fine della season 3. Naviga verso Forte Terrore per strappare il fratellino Theon dalle grinfie di Ramsey Snow. Mi conforta che per una volta non compaiano wurstel subliminali a sottolineare il destino del ragazzo. Qui ci sono cose molto belle, come quell’incosciente di Ramsey che combatte a torso nudo, evidenziando dei baffi di rossetto sul petto e le braccia (voto ai truccatori: 2). Theon con ‘sta storia delle torture c’è rimasto un po’ sotto e addirittura morde sua sorella, che ha un attimo di scoramento. Quando Snow apre la gabbia dei cani, lei capisce che così può bastare: prende su tutto e se ne torna a casa. La fedeltà di Theon viene premiata con un bagno caldo e un massaggio con il guanto abrasivo, quello che rimuove le cellule morte.
Voto al morbosissimo rapporto tra Ramsey e Theon: 9.

Intervallo a Meereen. I draghi crescono a forza di capre arrostite, e giustamente i pastori si lamentano. Mi sgomenta scoprire, grazie alla segretaria di Daenerys, che ci sono 212 supplicanti in attesa di essere ricevuti dalla madre dei draghi, il che comporta una fila che nemmeno a Gardaland per il Colorado Boat. Questa scena serve a sottolineare che Daenerys è saggia e giusta, ma non sempre amministrare la giustizia è semplice. La mamma mi chiama per sapere se ho già preparato la valigia per Cannes, e io non metto pausa.
Voto all’abilità con cui sono composte le mie valigie festivaliere: 7 e mezzo.

Siparietto al Gran Consiglio del Re. Tywin mette una taglia sulla testa del Mastino e decide che è ora di andare a guastare la festa a Daenerys in quel di Meereen, a testimonianza che se Maometto non va alla montagna bla bla e tu Daenerys facevi meglio a svegliarti prima. Mi prendo un paio di minuti per riflettere su Vipera Rossa, che a inizio stagione sembrava V per Vendetta e adesso sembra Lino Banfi in un film con la Fenech: in qualsiasi cosa lo coinvolgano, lui pensa al sesso.
Voto a Varys che spiega a Oberyn come funziona il mondo: 5 (mi piaceva più il vecchio Oberyn).

I  15 minuti finali mi lasciano di stucco per intensità, scrittura e recitazione. Il processo a Tyrion è un crescendo di testimonianze farsa e colpi di scena, e non sfigurebbe di fronte a un qualsiasi thriller processuale degli ultimi vent’anni. Quando anche Shae tradisce il Folletto, io mi sento proprio male. Qui Dinklage si spende in due minuti di monologhi superbi, e io ripenso a questo piccolo grande attore, a quanto lo amassi già ai tempi di Prova a incastrarmi e The Station Agent, film che vi invito caldamente a recuperare.
Tyrion dice “è tutta la vita che sono sotto processo per essere un nano”, e il suo volto è stravolto dal disprezzo ingoiato per anni. Non ci sono più autoironia o cultura che tengano.
Silenzio. Voto: 10.

Postilla 1: quando chiedono a Tyrion come pensa che il Re sia morto, lui dà la colpa ai piccioni, che è esattamente quello che dicevo pure io qualche settimana fa.

Postilla 2: l’insuperabile Quinn della pagina di Game of Thrones Italy mi segnala che la scorsa puntata avrei dovuto dare almeno 11 e lode a Ditocorto, visto che in pratica viene fuori che è stato lui ad aver causato tutta la guerra tra Stark e Lannister. Quinn, mi cospargo il capo di cenere: continuo a restare vittima di questi labirinti esegetici, e mi sfuggono le cose più ovvie.

Postilla 3: come ho sottilmente suggerito poco sopra, sono in partenza per il Festival di Cannes, il che potrebbe rendere molto complicato occuparmi della rubrica la prossima settimana. Recupereremo quella successiva…

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