Jodie Foster su Money Monster: «Dirigere George è stato molto divertente»

La Foster ha reso le sue apparizioni in sala via via più rade per dedicarsi alla famiglia, ma si è nel frattempo creata una credibile carriera da regista, grazie al piccolo cult Mr.Beaver. Con Money Monster torna ora a dirigere due miti di Hollywood: George Clooney e Julia Roberts. Ecco un estratto dell'intervista pubblicata su Best Movie di maggio

Come interprete, di recente, l’abbiamo vista solo nelle vesti di un’appassionata d’arte un po’ isterica nel massacro borghese di Roman Polanski (Carnage, 2013) e in quelli algidi e dittatoriali del segretario Rhodes nello sci-fi di Neill Blomkamp (Elysium, sempre del 2013). Ma Jodie Foster, attrice precocissima (la ricordate appena quattordicenne in Taxi Driver?) e volto di culto nel decennio intercorso tra la fine degli anni ’80 e ’90, protagonista di titoli come Il silenzio degli innocenti e Contact, è ormai considerata anche un’ottima autrice della scena americana, grazie soprattutto all’inclassificabile Mr.Beaver (2011) con Mel Gibson, che le era valso una prima mondiale al Festival di Cannes. Oggi che ha 53 anni, due figli adolescenti, e lo stesso sguardo limpido e tagliente, torna alla regia con un’altra storia di ordinaria crisi economica e privata, e due interpreti già assurti al rango di leggende di Hollywood.

Money Monster – L’altra faccia del denaro è la storia di un uomo disperato che prende qualcuno in ostaggio dopo la crisi finanziaria del 2008: lo consideri un film d’attualità?
«Non so dire se questo film sia socialmente rilevante, più che altro è un thriller, coinvolgente e frenetico. L’ostaggio catturato non è il problema più grosso, l’attenzione è puntata su un uomo che cerca delle risposte. Gli sono state date un sacco di spiegazioni con giri di parole su ciò che è accaduto, “È stata colpa di un algoritmo, è così che vanno le cose”. Ma alla fine c’è solamente lui con l’unica scelta che è in grado di fare, ovvero minacciare il suo ostaggio e chiedere una risposta. Il resto è appunto un thriller frenetico in cui l’obiettivo finale è scoprire come verrà data una spiegazione. La cosa interessante è che tutto avviene in tempo reale, con cinque storie differenti che convergono: la negoziazione per liberare il conduttore Tv, la sala regia del canale che segue i fatti, la Centrale di polizia, il mondo finanziario e anche una sorta di sguardo a livello globale».

Sei stata influenzata da altri film o registi che ammiri per costruire questo tipo di narrazione incrociata?
«Certo, non è di sicuro il primo film in cui qualcuno “dà fuori di matto” e oltrepassa il livello di sopportazione. Quinto potere, del 1976, parlava di questo e Money Monster riprende sicuramente la tradizione di registi come Sidney Lumet. È in pratica la stessa idea, ovvero: “Che cosa accade quando accumuli così tanta frustrazione?”. Pensa anche a Quel pomeriggio di un giorno da cani con Al Pacino del 1975…».

È il tuo quarto film dietro la mdp: ti sei ispirata anche a qualche regista donna in questa fase “autoriale” della tua carriera?
«Si, Lina Wertmüller. Mia madre mi portava ai festival dove ho potuto vedere i suoi film, come Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Pasqualino settebellezze, Travolti da un insolito destino… È stata la prima regista donna contemporanea che ho conosciuto, e faceva questi film assolutamente stupefacenti, belli, pieni di significato e riflessivi, ma anche capricciosi e folli. Erano incentrati su personaggi che sapevano essere luminosi e umoristici, ma anche capaci di catturare l’inquietudine. Mi ricordo che ero solo una bambina e guardavo le interviste a Lina Wertmüller pensando: “Wow, un giorno voglio essere come lei. Voglio indossare quei grossi occhiali e vestirmi così”».

Com’è stato dirigere George Clooney e Julia Roberts insieme?
«Sono due delle star di Hollywood più amate, è stato molto divertente per loro condividere il set. In generale sono molto alla mano e assolutamente professionali. Credo sia più facile lavorare con persone che hanno una così grande esperienza e talento. George e Julia hanno in comune le stesse qualità: adorano il proprio lavoro, ma amano anche divertirsi e fare le cose in maniera semplice».

Leggi l’intervista completa su Best Movie di maggio, in edicola dal 27 aprile 

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