La verità sta in cielo, Roberto Faenza: «Il mio punto di vista sul caso Emanuela Orlandi»

Il regista di "Un giorno questo dolore ti sarà utile" racconta con taglio documentaristico il mistero dietro la sparizione della giovane romana, avvenuta nel 1983. L'abbiamo incontrato, insieme al cast, a Roma

La scomparsa di Emanuela Orlandi nel 1983 resta ancora oggi uno dei casi irrisolti più discussi della cronaca italiana. È un avvenimento sul quale molto si è scritto e molto si è detto, ma in 33 lunghi anni la verità non è mai venuta completamente a galla e anzi si è deciso di archiviare le indagini al riguardo. Da ricercatore, così, il regista Roberto Faenza ha deciso di raccontare con fermo spirito documentaristico il caso in questione nel suo ultimo La verità sta in cielo, una storia thriller di giornalismo investigativo frutto di quattro lunghi anni di ricerche, come ha detto oggi anche lo stesso regista alla conferenza stampa di Roma.

«Nel mio film voglio dare un punto di vista documentato», spiega Faenza: «Volevo raccontare questa storia già molto tempo fa, poi l’ho proposta a Rai Cinema che ha acconsentito a produrla. Credo sia stato molto coraggioso da parte loro, infatti sono rimasto sorpreso, ma il servizio pubblico deve anche fare questo». La speranza del regista è che si possa arrivare ad una verità che riesca a dare una risposta al dolore della famiglia Orlandi: «Spero che il mio lavoro riesca adesso a far percorrere quel metro di strada rimanente verso la verità. Mi illudo che possa fare la differenza».

E della stessa opinione è anche il cast, composto da Riccardo Scamarcio, Valentina Lodovini, Maya Sansa e da una sorprendente Greta Scarano, che per girare il film di Faenza hanno “lavorato con un cachet davvero ridotto“. Dice Scamarcio: «Faenza è prima di tutto un autore molto puntuale e che cerca di accertarsi della veridicità o plausibilità dei fatti. Per questo e per la valenza della storia ho voluto far parte del progetto, per il suo approccio serio e rischioso, al quale Faenza si è accostato con coraggio e capacità. Anche se poi sì, interpreto De Pedis». Personaggio diverso dal Dandi già raccontato al cinema e in tv nel film e nella serie di Romanzo Criminale: «Qui è più inedito», dichiara Scamarcio: «È più lontano dalla saggezza criminale e dalla Magliana e più vicino alla storia della Minardi. Serve infatti a descrivere la sua vita, individuando le funzioni del personaggio nell’intrattenere rapporti con i poteri forti, sia politici che ecclesiastici. Poi insomma, questa è Roma [ride].. ma è così anche che va il mondo».

La Scarano parla invece di un ruolo irrinunciabile, quello di Sabrina Minardi: «Un personaggio incredibile. Era una ragazza ingenua, vittima e amante di De Pedis, che poi da donna, ormai matura e con il peso dei suoi peccati a distruggerla ha deciso di redimersi e dover fare i conti con ciò che era stata».

Nella parte di sé stesso compare nel film anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, presente in conferenza stampa: «Ringrazio tutti per il senso di giustizia anteposto al resto e percepibile anche nella vicenda narrata. Sono molto felice per questo film, perché, escluse le ipotesi, si è molto focalizzato sulla vicenda dell’archiviazione. Spero adesso che questo lavoro riesca a far tornare sui propri passi coloro che hanno preso tale decisione». E Faenza concorda, chiudendo anche con una battuta: «Il film pone una domanda: perché non rilasciare questo dossier di cui parliamo, dove sarebbe riportata la verità su questo caso? Beh, sapete, una volta mi è stato risposto da un addetto del Vaticano: “Sa, qui si perdono moltissimi documenti”».

La verità sta in cielo uscirà nelle sale il prossimo 6 ottobre.

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