Luc Besson: «Il noleggio digitale? Dovrebbe essere disponibile dal giorno dell’uscita in sala di un film»

Abbiamo incontrato a Bologna il regista di Lèon e della saga di Arthur, che ci ha spiegato le sue teorie su come dovrebbe funzionare il VOD

Le polemiche sul noleggio digitale (VOD, video on demand) dei film appena usciti al cinema, di cui vi raccontiamo da qualche tempo e che ieri hanno avuto una nuova accelerata, sono destinate a far discutere appassionati e addetti ai lavori per molto tempo. Grandi registi come Steven Spielberg, Robert Zemeckis e James Cameron si sono schierati apertamente contro la decisione delle major di rendere disponibili i film in noleggio digitale sessanta giorni dopo l’uscita in sala. Eppure, in mezzo a tante voci contrarie, c’è anche chi crede fortemente nella distribuzione digitale.

Ieri, a Bologna, nell’ambito del Future Film Festival, Luc Besson ha presentato Arthur e la guerra dei due mondi, terzo e conclusivo capitolo della saga dei Minimei, cominciata cinque anni fa con Arthur e il popolo dei Minimei. In una giornata interamente dedicata al regista e produttore francese (con omaggi alla saga di Arthur, ma anche a Il quinto elemento e Miss Adèle e l’enigma del faraone), Best Movie ha avuto l’occasione di incontrare faccia a faccia l’autore di Nikita e Lèon, che è anche cofondatore e presidente di EuropaCorp, la più grande casa di produzione europea. Non potevamo farci sfuggire l’occasione di chiedergli, in quanto direttamente interessato, cosa pensi della questione. La sua risposta? Potete leggerla qui sotto…

«Sono a favore del noleggio digitale. Mi piacerebbe che i film uscissero al cinema e in VOD in contemporanea. Non credo danneggerebbe il mercato. C’è una teoria di marketing a riguardo, che si chiama “in & out”. “In” significa stare in casa a guardare film, e chi compete con il film per avere la tua attenzione? Tua moglie, i tuoi figli, i DVD che già possiedi, il noleggio, la musica, la cena, un sonnellino, un buon libro… E poi c’è la fase “out”, fuori di casa, e lì quali sono i concorrenti? Il bel tempo, i parchi, lo shopping, un buon ristorante, il cinema, l’opera, un concerto… e tutti competono tra di loro, anche noi registi, perché vogliamo che voi veniate a vedere il nostro film al cinema. Quando sei in casa, invece, io come regista non posso fare nulla per attirare la tua attenzione. Pensa al calcio: milioni di persone guardano una partita in tv, e contemporaneamente ce n’è qualche migliaio allo stadio. Perché? Perché non è lo stesso tipo di spettacolo. Nessuno ha in casa un maxischermo da cinema. Vuoi stare a casa e guardare il film in tv perché non hai voglia di uscire? Bene, ma non è la stessa cosa che andare al cinema. Penso ad Avatar: il giorno in cui esce hai la possibilità di vederlo al cinema in 3D, pagando 9€, o a casa in 2D, noleggiato, a 25€. Averlo in VOD due mesi dopo, in realtà, non ha influenza su quanta gente lo vede al cinema. Però se una persona non ce l’ha a disposizione, per esempio perché esce in DVD sei mesi dopo, allora ha la tentazione di rubarlo. Se si vuole sconfiggere la pirateria bisogna offrire una possibilità alla gente. Oggi la pirateria parte da un semplice ragionamento: voglio vedere un film a casa invece che uscire, non posso, lo scarico illegalmente. Se i film uscissero contemporaneamente in sala e in digitale, invece, la gente avrebbe una possibilità; e a quel punto chi scarica il film è effettivamente un ladro, perché ha una chance di scegliere e non la coglie».

«Per me la distribuzione digitale dovrebbe funzionare così: un film esce al cinema il venerdì, e per quarantotto ore la gente dovrebbe poterlo noleggiare, magari per 20 o 25€ perché il noleggio casalingo significa avere quattro o cinque persone sul divano a guardare il film. È un’anteprima, è di ottima qualità e dura solo due giorni. Poi, magari un paio di settimane dopo, si fa un’altra offerta di quarantotto ore. I ricavi? Dovrebbero essere divisi equamente. I gestori di sale cinematografiche e chi distribuisce digitalmente, cioè i produttori del film, dovrebbero avere ciascuno il 50% dei ricavi, sia del cinema sia del noleggio. Insomma, il noleggio digitale dovrebbe far guadagnare anche i produttori, sarebbe un’equa distribuzione dei ricavi e metterebbe il pubblico in primo piano».

Quelle di Luc Besson sono dichiarazioni coraggiose, e decisamente contrarie all’orientamento generale. Vedremo presto se i suoi suggerimenti verranno accolti o se il braccio di ferro continuerà…

(Foto Kikapress)

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