M.A.R.C.O.: Quando la droga ti “spezza la vita”

Fatto dai giovani per i giovani. E' il film realizzato da Alexander Cimini e dai suoi studenti che, come ci racconta in questa intervista il regista, hanno scritto, recitato e fatto anche i macchinisti. Come in un piccolo sogno che si avvera ora il loro film vince festival e gira per le scuole...

I giovani dei nostri tempi, gli stupefacenti e l’inganno della droga che rende tutto “più facile” e intanto ti distrugge. E’ la storia di Marco e Filippo e del loro gruppo di amici, raccontata con grande realismo e passione da Alexander Cimini, regista 36enne di Forlì che regala ai lettori di Best Movie un’anteprima eslcusiva del suo film M.A.R.C.O., e qui ci racconta com’è nato e come si è svolto il suo lavoro con gli studenti con i quali lo ha realizzato.

Intervista ad Alexander Cimini

Best Movie: Il film è il risultato di un corso di cinema che fai nelle scuole. Qual è stato il processo?

Alexander Cimini: Ho ideato e perfezionato nel corso degli anni il corso “CineScuola” dal 2003. Durante gli incontri sono stati approfonditi i principali argomenti connessi alla realizzazione di un film: la conoscenza del linguaggio cinematografico, lo sviluppo di un soggetto originale. Poi, attraverso le dinamiche di gruppo e alcuni esercizi di improvvisazione, ci siamo avvicinati alla recitazione, alla dizione, cercando però di valorizzare la capacità di autostima di questi ragazzi e incentivare la condivisione costruttiva tra giovane e adulto. Alla base di tutto questo, c’è sempre un ottimo studio della “comunicazione”. Saper comunicare ai giovani è il primo importante passo per essere ascoltati da loro, ma è anche un ottimo esercizio per essere noi stessi ottimi ascoltatori quando, a loro volta, saranno loro a voler comunicare. Finita la fase del corso di cinema, e concretizzato il soggetto del futuro lungometraggio, lo sceneggiatore Germano Tarricone ha sviluppato il soggetto in sceneggiatura. Nel caso di M.A.R.C.O., vista la trama dalla struttura complessa, le tante location, i ruoli dei personaggi sicuramente difficili da affrontare, abbiamo deciso di fare un lavoro a “tavolino” durante l’estate, per studiare i personaggi, provare insieme le scene e arrivare sul set preparati. Durante le riprese la fusione tra giovani, semi professionisti e professionisti è risultata vincente e si è subito creato un clima positivo grazie a persone motivate e sempre pronte a mettersi in gioco. In tutto questo Ivano Marescotti ci ha dato un grande aiuto. Hanno partecipato all’iniziativa gli alunni dei seguenti istituti: Istituti tecnico commerciale Oriani di Faenza, Liceo Scentifico Torricelli di Faenza e Istituti Statale d’arte di Forlì.

gruppo CineScuola2009


Il gruppo CineScuola 2009

BM: Quale è stato il contributo dei ragazzi?

AC: Durante le fasi del corso di cinema e attraverso un confronto sempre stimolante, si sceglie un tema portante. Nel caso di due anni fa, con il lungometraggio AISBERG, l’argomento era il bullismo. Per quanto riguarda M.A.R.C.O. il tema portante era l’uso di sostanze stupefacenti. Il corso di cinema hanno contribuito anche gli operatori del SERT di Forlì e Faenza, che hanno partecipato attivamente agli incontri, dando importanti informazioni sull’uso di sostanze e dei relativi rischi e conseguenze, sia a livello di salute che in termini legali. I ragazzi hanno fatto ricerche su fatti realmente accaduti, hanno visto un mio precedente lungometraggio di 14 anni fa che trattava questo argomento, e hanno successivamente elaborato una trama, pulendola di tutte le ingenuità del caso e lavorando sulla sintesi e sull’immediatezza degli argomenti.

BM: M.A.R.C.O. parla di loro e in modo molto realistico. Ma a quell’età non è così facile “raccontarsi” agli altri. Come avete fatto a innescare il dialogo?

AC: Ringraziando il cielo, tra i ragazzi che hanno partecipato al corso, non ci sono casi di tossico-dipendenza, parliamodi adolescenti con un buona educazione, estremamente svegli, intelligenti, spavaldi che, nel corso di questi 4 anni, hanno imparato a mettersi in gioco, confrontandosi senza mai arrivare alla competizione negativa. Proprio per questo per alcuni di loro è stato doppiamente difficile interpretare un ruolo senza avere quel tipo di vissuto alle spalle. I racconti delle dottoresse del SERT hanno dato sicuramente un aiuto concreto a capire le dinamiche e i tranelli di questo triste mondo. I due protagonisti Luigi Balelli e Jacopo Tronconi, hanno interpretato due ruoli che sono assolutamente l’opposto di quello che sono nella vita reale. Diciamo che, durante gli incontri, il dialogo si è innescato dal confronto di altri argomenti. Questi ragazzi amano lo scambio equo, vogliono confrontarsi su argomenti di tutti i tipi.


Marco e Marta

Luigi Balelli e Silvia Chiocciolini interpretano Marco,  protagonista del film, e Marta, una ragazza che incontra dopo “l’ingresso” nel mondo dello spaccio e della droga


BM: Com’è lavorare con gli adolescenti di oggi?

AC: Per me una fra le cose più gratificanti. Nel corso degli anni siamo diventati molto amici, anche con i genitori. Il corso di cinema, richiede molto a livello di energia e sforzo mentale. Ed è proprio l’energia che i ragazzi e le ragazze vogliono da me. Si vogliono sentire coinvolti, vogliono divertirsi, ma in modo costruttivo. A questo punto sarà molto più facile responsabilizzarli per un obiettivo comune. Il mio corso di cinema, non verte al lancio di talenti. I talenti vengono fuori in maniera naturale.

BM: Cosa sanno e cosa pensano del cinema?

AC: È davvero una soddisfazione vedere come questi ragazzi hanno sviluppato una notevole sensibilità per l’analisi di un film. Ovvio che dopo queste esperienze il loro modo di guardare un film è cambiato molto rispetto allo sguardo di uno spettatore medio. Ora loro capiscono perché il regista ha scelto un piano sequenza, rispetto alla scelta di girare la scena inquadrata da varie angolazioni. Capiscono l’importanza del silenzio nel cinema, come l’importanza del suono. Capiscono che spesso basta lo sguardo dell’attore e magari un buon commento musicale, rispetto a tante parole. Conoscono i termini di Campo, ControCampo, ecc., sentono la MPD sul set, capiscono quando sono inquadrati e no e sanno quando devono aiutare con le battute gli altri interpreti quando non sono inquadrati. A questi ragazzi il cinema piace e diverte. Come loro sanno, amo narrare attraverso l’uso del piano sequenza, che richiede uno sforzo produttivo e interpretativo notevole rispetto alla scelta di girare le scene a pezzi. Proprio per questo, visto la mia formazione di attore teatrale, spesso durante le dinamiche di gruppo, cerco di fargli capire la differenza tra recitazione teatrale e cinematografica, provando insieme i due tipi di approcci. Si tratta di una cosa a mio avviso utilissima.

BM: Quanto ci avete messo a realizzarlo?

AC: Abbiamo impiegato 4 settimane di 6 giorni lavorativi con un piano di lavorazione serratissimo che i ragazzi hanno retto molto bene. Ricordo solo un occasione in cui siamo rimasti indietro di una scena a causa della pioggia. In quel caso non c’era un cover set disponibile. Per il resto non abbiamo mai sforato di un solo giorno nonostante in M.A.R.C.O ci siano davvero molte location per essere un progetto a bassissimo budget.

BM: Qual è stato il budget?

AC: Ho cominciato a cercare gli sponsor durante la fase del corso di cinema e sono riuscito a trovare circa 13.000 euro. Ne ho investiti di miei altri 5.000. Anche i genitori di alcuni ragazzi sono riusciti a dare un piccolo contributo con le loro attività. È stato bello sentire mamme e papà così vicini a questo progetto. In questo modo siamo riusciti a dare qualcosa anche ai miei collaboratori professionisti, per i costumi, per gli oggetti di scena per le spese di trasferta. Ci hanno poi aiutato MPR_Comunicazione Integrata, azienda leader della comunicazione in Romagna, e TDF, Teatro Delle Forchette, soprattutto Antonio Sotgia che ha seguito con attento rigore la produzione esecutiva, dandomi così la possibilità di fare il mio lavoro sul set e nella parte artistica.


Marco - Filippo

Jacopo Tronconi interpreta Filippo, fratello di Marco,  il co-protagonista

BM: Quali sono stati i momenti più belli di questo percorso?

AC: È stato tutto bello. Ci siamo sentiti ancora più uniti del progetto precedente. È stato fantastico vedere i ragazzi quando non erano impegnati come interpreti, dare il loro contributo a turno, per aiutare il direttore della fotografia Luca Nervegna o il fonico Mirko Fabbri. Aiutavano durante l’allestimento del set, aiutavano a smontare. Aiutavano anche come macchinisti. Questi ragazzi mi hanno dato grandi soddisfazioni.

BM: Come hanno reagito i ragazzi di fronte al risultato del loro lavoro?

AC: Per molti è stata la prima prova davanti alla telecamera…  erano increduli. Noi abbiamo cercato di avvicinarci quando più possibile a un “prodotto”, anche con pochi soldi a disposizione. Forse in questo caso è stata premiata l’idea e la perseveranza del gruppo.

BM: E gli adulti, le scuole? Hanno apprezzato il lavoro fatto?

AC: Essendo un lungometraggio dai contenuti abbastanza crudi in certi momenti, avevo paura di una reazione negativa. Invece è successo il contrario e stiamo organizzando proieziono per tutti gli istituti di Forlì, Faenza, Cesena e anche oltre. Gli alunni partecipano numerosissimi. Alla fine delle proiezioni è bello anche partecipare al dibattito con studenti e insegnanti che è sempre acceso e stimolante. La trama del film vuole in qualche modo provocare una reazione. Per questo non abbiamo voluto realizzare un film didattico o documentaristico, ma bensì raccontare una storia molto dura, con uno stile asciutto e diretto.

BM: Dove lo vedremo?

AC:  Nell’aprile del 2010 abbiamo vinto il premio come miglior film assegnato dalla giuria giovani al festival di San Giovanni Valdarno. In marzo invece è arrivata un’altra grande soddisfazione. Abbiamo vinto, in ex aequo con Cara, ti amo di Vallati, il Rome Indipendent Film Festival (Riff Award 2011). Questo premio ci darà la possibilità di essere distribuiti in alcune sale di Roma per qualche periodo, probabilmente in settembre. Tra queste, c’è sicuramente il Nuovo Cinema Aquila di Roma, che ha ospitato il festival. Dopo questo piccolo, ma per noi importantissimo periodo in “sala”, faremo un uscita in dvd. Stiamo cercando di chiudere un accordo per la distribuzione Home Video.

Alexander_Cimini#3

Il regista Alexander Cimini

BM: Progetti per il futuro?

AC: Sto lavorando al mio primo lungometraggio per la distribuzione nazionale con il produttore Enzo Porcelli della Achab film. Fu lui a premiarmi nel 2001 assieme a Peter del Monte al festival di San Giovanni Valdarno. Da quel giorno siamo diventati amici e abbiamo già avuto una collaborazione recente che ha dato ottimi risultati. Stiamo lavorando alla trasposizione cinematografica de Il mondo nei tuoi occhi, romanzo scritto la Loredana Frescura e Marco Tomatis (Fanucci editore). Germano Tarricone ha già scritto la sceneggiatura e ora stiamo lavorando alla produzione. Non aggiungo altro e incrocio le dita!!!

Guarda l’anteprima esclusiva di M.AR.C.O.

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