New York Movies: Il Diavolo veste Prada. Alla scoperta delle location del film

Prima puntata del nostro speciale dedicato alla Grande Mela raccontata attraverso i cult movie girati tra i suoi grattacielì

Nel  2006 il regista David Frankel porta sullo schermo il romanzo Il Diavolo veste Prada (The Devils Wears Prada), indovinatissimo titolo della scrittrice Laura Weisberger, ispirato alla figura di Anna Wintour, mitica direttrice di Vogue America, capace con la scelta di una copertina di decidere il destino di un’intera stagione di moda. Nel film la Wintour, con “riferimento puramente casuale a fatti, persone o cose”, è trasformata in Miranda Priestley, direttrice del magazine Runway della Elias-Clarke Publications, interpretata da una elegantissima, impeccabile, volubile e diabolica Meryl Streep.

Miranda Priestley: Io assumo sempre lo stesso tipo di ragazza, alla moda… magra ovviamente… e che venera la rivista, ma capita poi che si rivelino spesso… non lo so… deludenti… e… stupide...

La protagonista della storia è invece Anne Hathaway (la nuova Catwoman dell’ultimo film di Batman), nei panni dell’aspirante giornalista fresca di laurea Andrea Sachs. Andy, scarpe con suola in gomma, cappottino comodo-comodo, maglioncino misto acrilico e due chili e mezzo di troppo inizia sotto la guida della rossa Emily un apprendistato “da assistente dell’assistente” della temibile Miranda.

Andy vive al n. 252 di Broome Street, all’angolo con Orchard Street nel Lower Est Side, in un piccolo e dignitoso appartamento, insieme al suo ragazzo Nate che di mestiere fa il cuoco.

Il Lower East Side un tempo era la zona dei casamenti popolari (tenements), in tempi recenti si è riqualificato ma sembra ancora lontano anni luce, o almeno il regista si impegna a farlo apparire così, dalle residenze trendy di Chelsea, della vicina Soho o dell’Upper West Side, da dove le ragazze della city con  scarpe da 450 dollari ai piedi e capelli la cui “manutenzione” si aggira sui 5-6.000 dollari annui, si affrettano per fiondarsi nei taxi. Oggi quell’indirizzo di Broome Street è incastonato tra un ristorante asiatico e un piccolo negozio di pret-a-porter rispetto alla ferramenta e alla salumeria visti nel film e, anche se continua a non essere di lusso, mantiene un suo fascino retrò.

IL GRATTACIELO E LE TACCHETTINE

Andy Sachs: E non è contenta se tutti accanto a lei non sono in preda al panico, hanno la nausea e tentano il suicidio… e le tacchettine che la venerano!!
Nate
: Le… che?
Andy Sachs
: Le chiamano tacchettine per il suono dei tacchi a spillo sul marmo dell’ingresso. Fanno così: tac-tac-tac-tac-tac-tac-tac…

Di quale ingresso stiamo parlando? Ma del building della Elias-Clarke Publications dove ha sede la redazione di Runway, al n. 1221 della 6th avenue (nota anche come Avenue of the Americas).  Nella realtà si tratta del grattacielo quartier generale della McGraw Hill, gruppo editoriale di importanza mondiale nel campo finanziario ed economico e nell’editoria universitaria, proprietario tra l’altro di Standard & Poor, una delle agenzia di rating che classificano la capacità di credito delle nazioni europee.

Il palazzo, con i suoi caratteristici longheroni in acciaio che si riflettono sui finestrini delle limousine, è stato costruito nel 1969, è alto 205 metri, ha 51 piani e nella finzione cinematografica  Miranda ha il suo ufficio al diciassettesimo. Non è uno dei grattacieli più famosi della città ma fa la sua figura, ed è ricordato per la gigantesca meridiana in acciaio, opera di Athelstan Spillhaus, che arricchisce la corte dell’edificio.

LA CASA DI MIRANDA

Miranda Prestley: Andrea, vorrei che lo portassi tu il book a casa mia stasera, fatti dare la chiave da Emily.

La trasformazione dell’anatroccola Andy in cigno è lunga e faticosa, e passa per alcune tappe obbligate tipo andare a prendere la bistecca per Miranda da Smith & Wollenski al n. 797 della 3rd Avenue angolo 49th Street o come l’incarico di consegnare a casa di Miranda il book del numero di Runway in preparazione. Ma dove abiterà mai la direttrice superchic? Dobbiamo spostarci a nord, esattamente al n. 129 East della 73esima strada, angolo Lexington Avenue. Siamo nell’Upper East Side,  a est di Central Park, dove le case costano più di ogni altra parte d’America. La casa di Miranda è una palazzina del 1907, disegnata dall’architetto Henry Alan Jacobs. L’edificio è stato sino a poco tempo fa sede dell’istituto di cultura ebraica di lingua tedesca Leo Baeck e ora, stando alle ultime quotazioni, vale poco meno di 3 milioni di dollari. Tutto sommato, un affare.

TI ASPETTO AL ST.REGIS

(ultima chance per Andy: Miranda vuole in anteprima per le figlie gemelle il manoscritto dell’ultimo libro di Harry Potter)

Christian Thompson: (al telefono con Andy): Sono un genio, no sul serio, dovrebbero erigere un monumento in mio onore.
Andy Sachs
: Non è possibile…
Christian Thompson
: Invece sì. Un’amica della mia amica fa la grafica della copertina e si dà il caso che abbia il manoscritto… se lo vuoi è meglio che ti sbrighi… ti aspetto al St. Regis

Ed eccolo l’ Hotel St. Regis, al n. 2 Est 55th Street angolo 5th Avenue. Il St. Regis è uno degli hotel più lussuosi di New York City. Al pianterreno c’è il bar King Cole ed è lì che il giornalista-principe azzurro Christian Thompson salverà Andy dal licenziamento grazie alle copie in anteprima dell’ultimo Harry Potter. Thompson, interpretato da Simon Baker, con lo sguardo magnetico e il sorriso disarmante che lo porterà ad essere il protagonista del serial The Mentalist, si trova perfettamente a suo agio con il bicchiere in mano in uno dei cocktail bar più famosi di New York, dove dalle 5 di pomeriggio in poi è vietato entrare in pantaloni corti o con le scarpe da ginnastica e dove, leggenda vuole, sia stato preparato il primo Bloody Mary della storia alcolica d’America.

UNA FESTA AL MUSEO

Emily: (mostrando un raccoglitore): Questa è la lista degli ospiti. Miranda invita tutto il mondo. Noi dobbiamo fare in modo che tutti pensino che lei ricordi esattamente chi sono. Io sono settimane che me la studio.
Andy:
E io devo sapere tutti questi entro stasera?
Emily:
Non dire stupidaggini, Andy… ci sono anche questi! (e butta sul tavolo un altro raccoglitore).

Grande festa di beneficenza nella city, Runway celebra l’Era della Moda, madrina la favolosa Miranda (ma, per carità, lei la chiama “festicciola”).

Dove ci si vede? In un posticino intimo ma accogliente: Il Museo di Storia Naturale di New York, Central Park West 79th Street, che stavolta non ospita mostre sui dinosauri ma fa da passerella a un esercito di tacchi, smoking e decolté.

In piedi dal 1869, conta cinque milioni di visitatori l’anno ed è meta turistica e di gite scolastiche, ancor di più da quando è stato il set dei due capitoli di Una Notte al Museo.

UNA STRADA DI MODA

Emily: Ciao, Ciao Andy, sono in ritardo… E’ solo che Miranda voleva delle sciarpe di  Hermés, me l’aveva detto ieri, ma me ne sono scordata come un’ idiota!

Emily sfreccia con le tipiche shopper arancioni del marchio francese sui marciapiedi della Madison Avenue, una della strade della moda più famose del mondo, e fa i suoi acquisti per Miranda nella maison al n. 691, angolo 62nd Street.

Non solo Hermés, ma Calvin Klein, Giorgio Armani, Chanel, Jean Paul Gautier, Dolce e Gabbana, Christian Loboutin, Jimmy Choo e, ovviamente, Prada stanno tutti lì, su una delle poche vie della Midtown Manhattan che si chiama con un vero nome (James Madison è stato il quarto presidente degli USA) e non con un numero.

NEW YORK MIRROR

Emily: (alla notizia che Andy andrà a Parigi con Miranda): Ammettilo Andy, tu ti sei venduta l’anima il giorno che ti sei messa il primo paio di Jimmy Choo, ti ho visto, e lo sai cosa mi uccide di tutto questa storia, cioè, i vestiti che ti daranno, tu non te li meriti! Tu mangi carboidrati, Cristo Santo!

Ma alla fine (alert: spoiler!) Andy l’anima la recupera, indossa di nuovo scarpe comode, magari poco poco più eleganti di quelle di prima, e riesce nel suo intento di diventare giornalista nella city, di scrivere storie di quartiere sui problemi del sindacato dei portinai o giù di lì. E lo farà entrando dalla porta principale del New York Mirror.

Il New York Mirror, per chi non lo sapesse, non esiste e Andy entra in realtà nel portone del Cary Building, edificio residenziale del 1857, dichiarato di interesse storico nazionale nel 1982, al n. 105 di Chambers Street nella zona di TriBeCa, dove al secondo piano c’era la redazione del New York Sun, che mise a disposizione i suoi uffici per le riprese. Nel 2008 il Sun ha cessato la pubblicazione (non per colpa degli articoli di Andy, sia chiaro) per riprendere l’attività sotto forma di quotidiano on line nel 2009.

La parabola di Andy e Miranda sul mondo della moda finisce qui, con le protagoniste che tornano a vivere ognuna nel proprio villaggio newyorkese, o se di diavolo vogliamo parlare, nel proprio girone; e anche se non sappiamo veramente se il demonio indossa abiti di Prada, abbiamo comunque capito che dovrebbero stargli benissimo.

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La sezione New York Movies è curata da Francesco Argento. Giornalista pubblicista, vive a Roma, si occupa di cinema, letteratura e fumetti, e dal 1995 al 2006 ha collaborato all’edizione italiana di Batman curando articoli e redazionali. È un appassionato studioso della città di New York, alla quale ha dedicato il blog Romanzi a New York.

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