Oscar 2012, i nostri favoriti: Miglior film

Pubblichiamo a puntate lo speciale del numero di Best Movie di febbraio dedicato ai premi dell'Academy con la nostra personale lista di prescelti

Miglior film: Paradiso amaro

Entrambi, nella vita, hanno raggiunto i 50. Entrambi, sul grande schermo, hanno sentito il bisogno di affrontare “il mezzo del cammin della vita di un uomo” e di usare il cinema come catarsi: «Non esiste modo migliore di mostrare agli altri e a se stessi la propria visione del mondo». Ne sono convinti Alexander Payne e George Clooney. Il primo torna dietro la macchina da presa con meno humour e più malinconia a sei anni di distanza da Sideways (premio Oscar alla miglior sceneggiatura non originale) per adattare il romanzo della scrittrice hawaiana Kaui Hart Hemmings, The Descendants (in Italia Paradiso amaro, lo pubblica Newton Compton). Il secondo si confronta con un ruolo da tenersi stretto e ricordare, magari con un Oscar in mano: «È la seconda volta che accetto una parte senza leggere prima la sceneggiatura» ha spiegato. «Finora era successo solo con il film dei fratelli Coen (Fratello, dove sei?, ndr). Ho fatto la cosa giusta anche questa volta, perché non mi capitava da anni di leggere uno script così coinvolgente. Non è facile spiegarne la bellezza, perché è un film dove non succede molto. Si prende i suoi tempi e si snoda lentamente». Così come lento è il risveglio emotivo di Matt King, avvocato di successo costretto improvvisamente a confrontarsi con i propri fallimenti quando la moglie entra in coma. È in quel momento che deve elaborare più di un lutto, fare i conti con un segreto doloroso (leggi: l’amante della consorte) e gestire in solitaria il difficile rapporto con le figlie. Del Clooney piacione dei tempi di E.R. è rimasto ben poco. Quello di adesso è un Clooney trattenuto, minimal e ancora in crisi (solo un paio di anni fa era il tagliatore di teste di Tra le nuvole in piena solitudine sentimentale): «Matt è schiacciato dal tradimento della moglie e dal senso di responsabilità nei confronti della famiglia. Fino a quando non apre gli occhi… Paradiso amaro parla proprio di questo» conferma l’attore. «Siamo tutti vittime del sonnambulismo della vita. E tutti speriamo di svegliarci prima o poi» gli fa eco Payne. Clooney lo ha fatto con un’interpretazione da Oscar, complice una lezione imparata quando aveva 27 anni e suo zio morì tenendogli la mano: “Vivi. Fallo intensamente. E fai in modo di non svegliarti ogni giorno avendo dei rimpianti”.

Leggi tutto lo speciale su Best Movie di febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA