Paura in casa: gli home invasion più belli su Infinity

Da The Strangers e Funny Games, a Man in the Dark e La notte del giudizio: quando le mura domestiche si trasformano in una trappola mortale

Poche situazioni sono inquietanti come vedere le proprie mura domestiche trasformarsi in una trappola. Il cinema horror lo sa e per questo, sadico com’è, ha chiamato uno dei tanti suoi sottogeneri “home invasion”. Titolo mai più appropriato, perché è di un’invasione che si tratta. L’invasione del male, spesso irragionevole, all’interno di uno spazio privato, che dovrebbe essere sicuro e invece viene violato e demonizzato.

Insieme a possessioni ed esorcismi, quello degli home invasion è uno dei filoni più prolifici del panorama horror e nel catalogo di Infinity, a noleggio e non, si trovano alcuni titoli perfetti per farci stare in guardia ogni volta che suona il campanello.

Partiamo da uno dei più recenti e particolari, Man in the Dark. Il thriller di Fede Alvarez è un home invasion atipico, perché le vittime alla fine si rivelano essere gli intrusi. Ossia tre ragazzi che entrano in casa di un cieco per rapinarlo (l’uomo nasconde 300 mila dollari…) e si ritrovano a scappare da chi doveva essere una facile preda. La dimora si trasforma in un buio labirinto, con corridoi infiniti e porte che sembrano sbucare da ogni parte. Una caccia del gatto con il topo ricca di tensione.

Impossibile non nominare, poi, La notte del giudizio: la saga di James DeMonaco ha rivitalizzato il genere con il primo capitolo della trilogia che, prima di scendere nelle strade, ci porta nella casa di Ethan Hawke e famiglia, perseguitati da un gruppo di pazzi mascherati pronti a celebrare con il sangue la notte dello Sfogo, durante la quale ogni crimine è legale.

Parlando di quadri disturbanti, però, ecco Funny Games e The Strangers. Il primo è il remake americano di Michael Haneke del suo stesso film del 1997. Quello messo in scena dal regista austriaco è un terrore soprattutto psicologico che fa leva sull’insensatezza della violenza, figlia delle gesta dei drughi di Arancia meccanica. In Funny Games sono un sadico Michael Pitt e un amico a torturare la famiglia di Naomi Watts e Tim Roth; in The Strangers, tre ragazzi mascherati braccano Liv Tyler e il suo ragazzo nella loro casa sul lago. Un nido d’amore stravolto da una sete di morte senza spiegazioni e per questo destabilizzante.

Infine, due remake di classici assoluti come L’ultima casa a sinistra e Halloween – The Beginning. Il primo, come Man in the Dark, punta al ribaltamento dei ruoli, con gli aguzzini che si ritrovano vittime dei genitori della ragazza che avevano quasi ucciso. Non sarà controverso come il film che ha dato inizio alla carriera di Wes Craven, ma conserva una buona dose di sangue e suspense. Il secondo è la versione targata Rob Zombie del capolavoro di John Carpenter, che rispetto all’originale esplora l’infanzia di Michael Myers per capire cosa possa aver scatenato la sua follia. Myers è il simbolo del Male che entra inesorabile nelle nostre case: il background di Zombie gli dona una motivazione che Carpenter aveva trascurato, consapevole che fornire una qualsiasi giustificazione al killer di Haddonfield avrebbe assottigliato non poco i contorni della sua inquietante mitologia. Ma leggenda era e leggenda resta.

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