Red Zone – 22 miglia di fuoco: l’elettrizzante spy story di Peter Berg con Mark Wahlberg. La recensione

Da oggi al cinema il nuovo film del regista di Battleship e Boston - Caccia all'uomo, che ritrova per la quarta volta Mark Wahlberg

Red Zone - 22 miglia di fuoco, la recensione

La squadra speciale Red Zone è incaricata di portare a termine una missione pericolosa e potenzialmente fatale per l’America: proteggere un informatore compromesso, i cui segreti potrebbero sventare degli attacchi terroristici di portata mondiale. 22, in particolare, sono le miglia che l’agente della CIA James Silva (Mark Wahlberg) e la sua luogotenente Alice Kerr (Lauren Cohan) devono percorrere per scortare l’incandescente testimone fuori dal paese, tra squadre d’assalto pronte e a colpire e ostacoli apparentemente insormontabili.

Peter Berg, il regista di di Battleship, è uno dei campioni del cinema d’azione contemporaneo: un cineasta dalla vocazione solida e industriale, capace di spingere sul pedale dell’acceleratore come pochi altri e di donare ai propri prodotti una risonanza spettacolare di altissimo livello. In bilico tra blockbuster e divertimento, tra radiografia dell’America e senso – esteso, condiviso, della collettività. Un sentimento che nei suoi film, in un modo o nell’altro, è sempre presente.

Da oggi nelle sale italiane è disponibile il suo nuovo film, Red Zone – 22 miglia di fuoco, serrata spy story verbosa e dal montaggio velocissimo, con più di un elemento di interesse.

Di seguito trovate il link per leggere la nostra recensione nel dettaglio. 

RED ZONE – 22 MIGLIA DI FUOCO: LA NOSTRA RECENSIONE 

Leggi anche: Mark Wahlberg è in trattative per entrare nell’Universo DC?

© RIPRODUZIONE RISERVATA