Festival di Roma 2012: Miike vuole «distruggere la sua carriera»

Il regista giapponese ha presentato al pubblico il suo nuovo film, tratto da una storia vera

Leggi anche: E’ Tornato il vecchio Miike, quello completamente pazzo, quello che ci piace tanto con il nostro commento al film.

Visita la nostra sezione dedicata al Festival di Roma.

In una sala Petrassi gremita, il maestro Takashi Miike ha presentato oggi al Festival del cinema di Roma il suo nuovo lavoro. Il canone del male, questo il titolo italiano del film (che però in Italia non ha ancora una distribuzione, mentre in Giappone uscirà domani in un garn numero di copie), è tratto dal romanzo-verità Aku no kyôten ed è stato applauditissimo ieri sera alla proiezione per la stampa. È una storia tipicamente miike-iana: ambientata in una high school giapponese, vede come protagonista un docente appena assunto, Hasumi (Hideaki Ito), e i suoi tentativi di rivoluzionare l’insegnamento dell’inglese con un approccio amichevole, informale e affettuoso nei confronti degli studenti. Forse troppo affettuoso, e che potrebbe nascondere qualcosa; che non spoilereremo, ma vi basti sapere che dopo un’ora circa di costruzione della tensione – tirata per la verità un po’ troppo per le lunghe –, Il canone del male accelera, esplode e si macchia di enormi quantità di sangue.

Un film estremo, dal punto di vista visivo e non solo: «Ho potuto girare un film del genere perché come sempre mi hanno sempre lasciato estrema libertà» ha detto Miike, «e da adesso in poi non voglio più proteggere la mia carriera ma distruggerla, fare qualcosa di nuovo, di ancora più cattivo e non necessariamente comprensibile a tutti. L’importante è che lo sia per me». Il canone del male, però, non è solo un film estremo ma anche molto scomodo, visto che tratta temi come il suicidio tra gli adolescenti giapponesi: «Mentre proiettiamo il film qui, uscirà anche in Giappone: spero di poter tornare a casa sano e salvo» scherza, forse non troppo, il regista. «Nel caso in cui dovesse essere accolto male sono già d’accordo con Marco Müller per avere asilo politico qui». Sempre che anche in Occidente Il canone del male non venga preso male, visto che parla (restando sul vago) di una strage di adolescenti: non ha paura, Miike, di essere accolto male anche da noi occidentali, soprattutto pensando a episodi recenti come Aurora o Utoya? «Ho incontrato il protagonista del libro da cui il film è tratto, Hasumi, e pur essendo una persona orribile era uno che credeva molto in quello che faceva: è una persona che non sente alcun legame con gli altri esseri umani, è impossibile capire come pensa davvero una persona così, e questo dovrebbe aiutare a far sì che il film non venga mal interpretato». Il compito più arduo, comunque, è toccato a Hideaki Ito, l’attore che interpreta Hasumi: «L’aspetto più difficile è capire appieno le psicopatologie di Hasumi, non è facile tifare per un cattivo così cattivo né entrare nella sua mente. In questo mi ha aiutato Miike, con lui abbiamo ricreato una nostra versione di Hasumi. Alla fine mi sono anche divertito». Al contrario di Erina Mizuno, che nel film è una studentessa sedotta e abbandonata da Hasumi: «Ho letto il libro sono stata malissimo, penso che Hasumi sia davvero il peggior essere umano che abbia mai conosciuto. Per superare lo shock ho provato a unire logica ed emotività, altrimenti è impossibile capire un comportamento del genere».

La conversazione volge poi al tecnico, perché Il canone del male è un film visivamente e registicamente impeccabile, anche grazie a una CGI non invasiva, ma anzi, come dice Miike, «creata con approccio analogico. In Giappone non si possono utilizzare fucili sul set, tranne quelli da caccia, quindi per quello che riguarda gli effetti speciali noi giapponesi usiamo sempre gli stessi da cinquant’anni. Anche qui, pur usando la CGI, abbiamo fatto di tutto perché avesse un gusto retro». Per quel che riguarda influenze esterne, Miike è come al solito molto fiero dell’indipendenza della sua opera: «Non vedo influenze né citazioni fatte consciamente nel film. Certo, autori occidentali come Cronenberg, che amo molto, mi hanno sicuramente influenzato inconsciamente, ma per me Il canone del male è un film di Miike, una mia interpretazione di una storia vera».

Qui sotto il photocall con il regista e i protagonisti:

(Foto GettyImages)

© RIPRODUZIONE RISERVATA