Sorrentino: Napoli termometro d’Italia

Il regista campano ha presentato l'opera corale Napoli 24

Nato alla fine del 2007 su proposta dell’allora Assessore alla cultura del comune di Napoli, Claudio Velardi e di Luciano Stella, all’epoca direttore della Campania Film Commission, il film corale Napoli 24 doveva servire come risposta propositiva all’emergenza rifiuti che stava strangolando Napoli e dintorni.

Cinque anni dopo, i rifiuti non ci sono più e il film, che nel frattempo è passato anche al Festival di Torino 2010, è ora una risposta tardiva che riesce ad uscire in sala con una distribuzione road show, targata Istituto Luce  – Cinecittà, a partire dall’11 maggio nelle città di Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. Prodotto da Ananas, Indigo Film, Skydancers e Teatri Uniti, l’opera, che è stata realizzata anche in collaborazione con Rai Cinema, interessatasi al progetto dopo una presentazione al Festival di Venezia 2008, offre 24 diversi sguardi su Napoli grazie ad altrettanti micro metraggi ciascuno girato da un giovane regista: 24 piccole storie da 3 minuti al massimo, selezionate tra le 103 proposte arrivate ai produttori.

Il capoluogo campano viene così raccontato attraverso uno scorcio del golfo, il miracolo di San Gennaro, ma anche dagli occhi di un effervescente centenario, dall’accorata protesta di un gruppo di donne davanti al cimitero o dalla voglia di sentirsi ancora viva e importante di un’anziana principessa. A firmare queste 24 storie un gruppo di giovani registi, alcuni dei quali affermatisi nel corso degli ultimi anni come Pietro Marcello, autore di La bocca del lupo, e Guido Lombardi, Premio Leone del futuro a Venezia 2011 per La-bas, ma anche un napoletano noto al cinema internazionale del calibro di Paolo Sorrentino.

A lui il compito di concludere questo viaggio virtuale nella Napoli di oggi proprio con l’episodio sulla nobile decaduta: “Avevo chiesto a uno dei produttori, Angelo Curti, di trovare una principessa anziana di Napoli per varie ragioni – ha spiegato in conferenza di presentazione a Roma il regista di This must be the place – intanto io non ne conoscevo nessuna, poi anche se non conoscevo i miei colleghi pensavo che nessuno si sarebbe occupato di una principessa. In quel momento stavo scrivendo un libro su una principessa e ho pensato sarebbe stata una ideale continuazione. Inoltre uno dei miei libri preferiti di sempre è “Memorie di un uomo inutile” del principe Francesco Caravita di Sirignano”. Soddisfatto del risultato del film che ha definito “non superficiale e alla ricerca disperata di un’identità, proprio come Napoli: 24 amorevoli spaccati sull’Italia piuttosto che una pellicola legata esclusivamente alla città, perché Napoli è un termometro, il posto dove si può guardare prima e meglio al nostro Paese”, Sorrentino ha approfittato della conferenza per esprimere la sua felicità riguardo all’assegnazione del Leone alla carriera a Francesco Rosi al prossimo Festival di Venezia, una contentezza sfociata però in un’amara constatazione sulle dinamiche del cinema attuale: “Il Leone mi rende felice, ma lo sarei ancora di più se Rosi girasse un altro film. Non penso che un autore come lui non giri perché non ha voglia ma perché le persone che dovrebbero mobilitarsi non lo fanno”.

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