Tra cinema e multimedialità: il Tribeca Film Festival guarda al futuro

Ciò che resta di questa dodicesima edizione sono le peculiarità, l’originalità mediale e la scelta di film audaci, indipendenti, e dal budget non altisonante

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Il Tribeca Film Festival ha una storia giovane, nato per volontà di Robert De Niro e Jane Rosenthal nel 2002 per dare nuova vita a New York dopo l’11 settembre 2001. Nonostante l’età, ha tutte le carte in regola per divenire una delle più importanti manifestazioni del panorama mondiale, e lo dimostra la crescita costante degli ultimi anni.

L’edizione del 2013, la dodicesima, si è conclusa sabato scorso (28 aprile) e al di là dei film premiati, il cui riconoscimento rimarrà impresso negli annali del Festival, alcune pellicole, più di altre, hanno lasciato un segno, nonostante siano tornate a casa (quasi) tutte a bocca asciutta. Partendo in ordine alfabetico, è doveroso iniziare con A Case of You, commedia romantica in stile newyorkese che racconta la vita sentimentale di un giovane scrittore (Justin Long) che vuole impressionare la ragazza dei suoi sogni (Evan Rachel Wood) e per farlo studia a fondo la sua pagina di Facebook, incappando in seri problemi quando sarà lei ad innamorarsi di lui. Da non sottovalutare le sottili critiche alla “generazione hipster” di Williamsburg, e uno splendido Peter Dinklage con il capello a caschetto liscio e l’atteggiamento, decisamente, frivolo. Assolutamente da non perdere!

Cambiando totalmente genere si passa a Greetings from Tim Buckley (guarda il trailer). Ambientato nel 1991, ha per protagonista Penn Badgley (l’ex Dan della serie tv Gossip Girl), qui alle prese con un ruolo difficile: interpreta infatti il figlio del cantante Tim Buckley, Jeff, che il padre, spentosi a ventotto anni per via di un’overdose, non l’ha mai conosciuto veramente. Jeff seguirà le orme del genitore divenendo un musicista dal grandissimo talento, scomparendo anch’egli troppo presto e lasciando il mondo dell’indie rock senza una delle sue stelle più brillanti.

Emblematici poi due film agli antipodi come la commedia esistenziale The English Teacher con Julianne Moore (leggi la nostra recensione) e lo pseudo thriller A Single Shot con protagonista Sam Rockwell (guarda il trailer e leggi la nostra recensione). Brillante e divertente il primo, mortalmente noioso e farraginoso il secondo.

Il Tribeca Film Festival non è fatto però soltanto di film. Molti sono stati gli eventi per “connettere” il pubblico agli attori e ai registi più famosi. Fra questi incontri, definiti “chiacchierate” (Tribeca Talks) spiccano quella tra Richard Linklater, Julie Delpy e Ethan Hawke, giunti nella Grande Mela per promuovere Before Midnight, il terzo capitolo della trilogia che comprende Prima dell’alba e Prima del tramonto.

Interessante anche la Talk fra due registi come Clint Eastwood e Darren Aronofsky. Entrambi hanno affrontato temi importanti, soprattutto su come la cinematografia sia cambiata negli ultimi anni, del rapporto della negoziazione con gli Studios e di come non diventare matti cercando di arginare l’ego degli attori.

Per la prima volta nella storia del cinema sono stati premiati invece i migliori film di 6 secondi, caricati tramite la piattaforma social Vine (leggi il nostro approfondimento). Quattro le categorie, Auteur, Series, Animate e Genre. Il più creativo? Probabilmente il vincitore della sezione Animate, How to clear out your garage from a scary ghost.

Per quanto riguarda la questione “red carpet” la star più acclamata della manifestazione non è stata De Niro, o Clint Eastwood o Sam Rockwell, ma il cantante coreano PSY, famoso per la sua canzone (tormentone) “Gangnam Style” (ballata anche da Robert Downey Jr. durante la premiere coreana di Iron Man 3), premiato proprio per essere riuscito a diffondere in maniera virale e social la sua hit nel mondo.

L’impegno sul piano multimediale di un Festival poliedrico come il Tribeca è evidente anche nell’aver incluso nella selezione ufficiale del Festival il videogioco Beyond: Two Souls, con protagonisti le versioni digitali di Ellen Page e Willem Dafoe.

Un Festival ricco e intenso, fatto di tante manifestazioni, punti di ritrovo per i cinefili, e di un’attenzione speciale per il settore digitale e ipermediale, per una manifestazione ancora giovane, nata nel XXI secolo e già proiettata verso il futuro.

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