Tribeca 2013: Sam Rockwell cacciatore-assassino nel thriller A Single Shot

La vita può cambiare in un istante, basta un singolo colpo sbagliato

John Moon (Sam Rockwell) vive in solitudine in uno chalet di montagna dove, per diletto e sopravvivenza, caccia gli animali della foresta che circondano la sua abitazione. Durante una battuta di caccia spara un singolo colpo a ciò che crede sia un cervo, ma ferisce mortalmente una ragazza. La sconosciuta ha con sé una borsa piena di contanti e John decide così di nascondere il corpo e utilizzare il denaro per riavvicinarsi a suo figlio e alla sua ex moglie (Kelly Reilly). I suoi sforzi per mantenere nascosti i due crimini danno però il via a una cascata rovinosa di eventi, fino ad arrivare all’estrema battaglia per la sopravvivenza.

Diretto da David M. Rosenthal il film, presentato in anteprima mondiale al Tribeca Film Festival di New York, è un thriller incentrato quasi esclusivamente sulla figura di John, resa magistralmente dal talentuoso Sam Rockwell. Basato sull’omonimo libro A Single Shot, è stato adattato per il grande schermo dall’autore dell’opera, Matthew F. Jones, mentre le atmosfere fredde e algide, che rispecchiano l’animo dei protagonisti del film, sono state trasposte dal direttore della fotografia Eduard Grau. Un cast di ottimi attori (oltre ai già citati Rockwell e Reilly anche Jeffrey Wright, William H. Macy, Jason Isaacs e Joe Anderson) che però non riesce a dare vita a un film lento, farraginoso, che non coinvolge minimamente lo spettatore nell’azione. Neanche la colonna sonora (con le sue virate più forti nei momenti chiave) appassiona chi osserva lo scorrere sconnesso e petulante delle vicende narrate senza emotività. Un thriller visionario, ma solo sulla carta.

Mi piace
Sam Rockwell. L’unico in grado di dare un po’ di brio al film

Non mi piace
La sceneggiatura, lenta, pesante, poco scorrevole e decisamente soporifera

Consigliato a chi
Ha voglia di un film denso, dalla retorica ridondante

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