Venezia 68, Greggio apre la mostra tra le polemiche

Si è tenuta ieri a Venezia la pre-apertura del festival del cinema con la proiezione di Box office 3D, il fim parodia diretto e interpretato dal conduttore comico-televisivo Ezio Greggio, affiancato anche da Anna Falchi

Si apre subito tra le polemiche la 68ma edizione del Festival di Venezia. Ad aprire la kermesse non è stata infatti una delle gradi star attese in cartellone, ma il comico Ezio Greggio che ha presentato il suo Box Office 3D. Un esordio che ha destato parecchio stupore tra gli addetti ai lavori, che si sono ritrovati alle prese con una versione all’amatriciana di Scary Movie all’apertura di un festival tanto prestigioso e per giunta nella restaurata Sala Grande. Greggio, accompagnato sul red carpet da un’Anna Falchi di rosso vestita, giunto sulla Terrazza dell’Excelsior, ha immediatamente preso le difese della sua opera e dal sua collocazione all’interno del programma veneziano. «Non ho bisogno di raccomandazioni politiche io (facendo riferimento alla sua figura di critico di punta di Mediaset). Il film l’ho prodotto io con Guglielmo Marchetti di Moviemax, due indipendenti che hanno creduto in un film adatto alla famiglia e senza volgarità. Se siamo qua è perché siamo piaciuti a Marco Müller». Il quale direttore artistico della Mostra ha difeso la propria scelta, sostenendo di aver voluto dare il via al festival in modo innovativo e meno ingessato e che Box Office 3D rappresenterebbe un unicum nel panorama cinematografico italiano. Quanto alle raccomandazioni politiche di cui sopra, va anche detto che Greggio nel suo film, tra riferimenti a Bunga Bunga ed escort,  ha preso non poco di mira il proprio “datore di lavoro”, pur se con il consueto stile “Striscia”. Greggio ha concluso la sua replica alle critiche, dicendo: «In America si fanno 40 remake all’anno e io ho voluto prenderli un po’ in giro col mio cast tutto italiano. Il fatto che un film come il mio apra la Mostra è il segno del rinnovato amore del pubblico italiano per la nostra commedia». Le perplessità comunque restano…

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