Venezia 69: Mastandrea, l’equilibrista

L’attore romano, maschera triste e ironica del film di Ivano Di Matteo, racconta cosa lo ha affascinato del suo controverso personaggio

Tre quarantenni e dintorni, Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova e il regista Ivano De Matteo, si sono presentati oggi alla conferenza stampa ufficiale del film Gli equilibristi per raccontare ai cronisti italiani il difficile contesto economico e sociale in cui si muovono i protagonisti di questa pellicola prodotta da Rodeo Drive e Babe Films in collaborazione con Rai Cinema.

Equilibristi dell’anima, della vita, del lavoro e dei sentimenti sono infatti Giulio e la moglie Elena, la cui situazione famigliare esplode quando lui tradisce lei, dando il via a un declino inarrestabile della sua vita. A introdurre le tematiche del film è stato il regista, che innanzitutto ha spiegato la genesi del titolo: «Gli equilibristi è il titolo dell’articolo dell’Espresso che già anni fa mi diede l’idea di raccontare questa storia. Non si vuole fare sociologia o un saggio, ma io sentivo l’urgenza e la necessità di raccontare la storia di questi nuovi poveri. Quando hai 1100 euro sei già considerato troppo ricco dallo Stato per avere degli aiuti, ma sei troppo povero per poter gestire normalmente la tua vita. C’è uno squilibrio fondamentale tra il salario e la spesa. Quando per esempio Giulio deve pagare l’apparecchio al figlio che costa 2000 euro, ovviamente si trova davanti a un costo che grava molto sul bilancio famigliare». De Matteo ha spiegato anche di aver scelto Mastandrea, perché lo considera una sorta di Pierrot italiano, una maschera tragica e ironica insieme.
Di rimando l’attore, che solitamente in conferenza stampa non le manda a dire ai giornalisti, si è concentrato sugli elementi del suo personaggio che lo hanno convinto a girare il film: «Io sono amico di Ivano da una vita e ovviamente mi piace sempre collaborare con lui, ma soprattutto volevo perlustrare questo personaggio e la sua degenerazione. Non ho il phisique du role del supereroe né del poliziotto con gli occhi azzurri e un personaggio come quello di Giulio è molto interessante da esplorare». Ha poi rimarcato: «L’episodio del tradimento è molto marginale. Si tratta solo del detonatore che fa saltare per aria il coperchio di una relazione che era già alla frutta da tempo, ma non mi concentrerei troppo su quella che alla fine è una banale scopata per motivare una separazione che nasconde ben altro di fondo». La Bobulova ha voluto poi puntualizzare a chi faceva facile ironia sul destino di Giulio rispetto a quello di Elena come, nonostante qui si racconti della difficile condizione di un uomo, non bisogna dimenticare che spesso sono le donne che vivono le situazioni più improbabili e spesso subiscono violenza o vengono addirittura uccise».
I produttori di Rodeo Drive hanno sottolineato anche come sia stata la prova offerta da De Matteo con l’ancora inedito La bella gente a convincere loro, Fabio Conversi di Babe Films e Rai Cinema a lavorare con lui. Al filotto si è aggiunta Medusa come distribuzione. L’uscita è imminente: il 14 settembre.

(Foto: Getty Images)

 

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