Viaggio in Paradiso, il nuovo film di Mel Gibson in anteprima

L’attore veste i panni del criminale Driver, a un passo da una meritata vacanza dopo aver compiuto il colpo della vita, e che si ritrova suo malgrado intrappolato in una prigione messicana. Dove una mossa falsa può costargli la vita…

Dalle stelle alle stalle e ritorno. Ecco, in sei parole, la parabola di Mel Gibson nell’ultimo decennio: dagli incassi milionari di La passione di Cristo alle accuse di antisemitismo e violenza domestica, dalla scomparsa dalle scene al ritorno in grande stile in Mr. Beaver, courtesy of l’amica Jodie Foster. Dieci anni vissuti pericolosamente, durante i quali il fu Braveheart è stato dipinto come un alcolista, un sociopatico, un criminale. Dieci anni che sembrano lasciati alle spalle, e del cui peso Gibson non vede l’ora di liberarsi. Tornando a fare film, a osare, a interpretare ruoli scomodi, a far correre la propria fantasia, lanciandosi (anche) in progetti difficili e intensi, in scommesse con se stesso e contro gli scettici.

Posti in piedi in Paradiso?
Progetti che, magari, prevedono di viaggiare fino in Messico con la troupe, prendere possesso di un ex carcere, rimetterlo a nuovo (vedi box) e trasformarlo nel set di un thriller d’altri tempi, un “prison movie” vietatissimo ai minori, un tuffo in atmosfere che, nella sua carriera, mancavano dai tempi di Payback – La rivincita di Porter. Un Viaggio in Paradiso che assomiglia più a una visita all’Inferno, in cui Virgilio ha la faccia di un bambino di nove anni e Beatrice è un sacco di iuta con dentro qualche milione di dollari. Viene da dire, insomma, che Mel Gibson è tornato a fare sul serio, scrivendo, producendo e interpretando l’ultimo film che gli scettici si sarebbero potuto aspettare da lui nel 2012.

«La prigione di El Pueblito era un luogo caotico, costruito con la fantasia (e il denaro) dei detenuti, senza regole imposte dall’amministrazione del carcere»: è qui che Gibson (il cui personaggio si chiama Driver: non è il primo, negli ultimi anni…) si trova a trascorrere, suo malgrado, l’estate che doveva segnarne il ritiro dalle scene. Driver, infatti, è un delinquente, e della peggior specie: un richiamo al già citato Payback («Preparatevi a fare il tifo per il cattivo» era la tagline di quel film), e una scelta non priva di autoironia per un attore che Hollywood sembra aver condannato per la sua cattiva fama. Come tutti i malviventi che si rispettino, arriva anche per lui il momento di appendere la pistola al chiodo, e il colpo da quattro milioni di dollari che ha appena messo a segno sembra la scusa ideale per dire addio al crimine e godersi una meritata vacanza; non a caso il titolo originale del film doveva essere How I Spent my Summer Vacation, Come ho passato le mie vacanze estive, prima di diventare un più secco ed efficace Get the Gringo. Il quale gringo vede i suoi progetti di relax andare in fumo quando si ribalta con l’auto e finisce in territorio messicano; da lì alla prigione di El Pueblito il passo è breve, ed è qui che ha inizio il suo Viaggio in Paradiso. […]

L’anteprima completa di Viaggio in Paradiso è pubblicata su Best Movie di maggio

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