Vin Diesel: «Seguitemi fino al punto di rottura»

Il protagonista della saga muscolare più fortunata di tutti i tempi ci racconta l’ottavo capitolo, dove fa capolino l’ombra del tradimento, alimentata dal fuoco della passione per Charlize Theron

È quasi commovente l’ostinazione con cui Vin Diesel insiste a ergersi come ultimo baluardo di un genere – l’action machista e autoironico, anarchico in prima battuta ma in fondo conservatore – che sembra sull’orlo della crisi (e oltre) ormai da parecchi anni. E invece, nel giro di nemmeno sei mesi, eccolo arrivare in sala due volte nei panni del quasi-supereroe, prima riprendendo per la terza volta quelli di Xander Cage nel terzo xXx, ed ora rivestendo per la settima quelli di Dominic Toretto, pilota clandestino e rapinatore sempre in bilico tra forze dell’ordine e caos. D’altra parte il fisico non gli manca di certo, nonostante gli imminenti cinquant’anni (li compirà il 18 luglio), e può continuare a permettersi di sfoggiare pettorali e bicipiti sotto canottiere, giubbotti e incredibili cappotti pellicciati. Un fisico monstre paragonabile solo ai suoi altrettanto leggendari ritardi alle interviste: oggi, a Los Angeles, lo stiamo aspettando dalle 16:00, eppure lui si materializza solo alle 20:00. In compenso è di umore affabile come quasi sempre gli capita, e dispensa una gentilezza e una calma assolute.

Mr. Diesel, cosa ci puoi dire dell’ottavo capitolo di una delle saghe più amate della storia recente del cinema?
«Niente».

Come niente, e cosa ho aspettato a fare?
«No, scherzo, posso dire ad esempio che questa famiglia, questo team che abbiamo imparato a conoscere, sarà sottoposta a una pressione forte, in una maniera davvero inaspettata».

C’è una sorta di tradimento in corso, vero?
«Non è proprio un tradimento. Parlare di tradimento è troppo facile. Questo è quello che il trailer ti fa di credere, gioca con l’idea del tradimento ma tutti noi sappiamo che non può essere così semplice. Però qualcosa sta succedendo e l’effetto che il personaggio interpretato da Charlize Theron ha su Dominic Torretto è potente. La sfida più difficile di questo episodio è stata portare il pubblico al limite senza oltrepassare quel confine oltre il quale ci sarebbe stata la rottura… Si è trattato di una danza delicata».

Durante le interviste del settimo episodio, avevi raccontato delle enormi difficoltà emotive affrontate dopo la scomparsa di Paul Walker. I lutti con il tempo si elaborano, è stato dunque più facile stavolta?
«È stato sempre molto difficile. Forse diverso, ma non più facile. Mi è capitato di dovermi allontanare dal set perché sopraffatto dall’emozione. Paul è sempre con noi. Lui è nell’eredità di questa saga, nella sua memoria. Le situazioni particolari, il mio primo giorno sul set, l’ultimo, quelli sono i momenti più difficili, tutti hanno un ricordo che riporta a Paul. Le emozioni sono lì, e basta poco per farle riemergere».

Il settimo capitolo affrontò anche difficoltà pratiche a causa di quella tragedia.
«Sì, psicologiche e oggettive, per il cambiamento della trama e l’adattamento alla situazione. Le difficoltà di questo nuovo episodio sono diverse ma ci sono ancora e forse, se lo stesso Paul non avesse accennato a un ottavo capitolo in alcune interviste, questo film non sarebbe arrivato al cinema. O comunque non adesso».

Cosa ti ha spinto a tornare a interpretare Dominic Torretto nonostante queste difficoltà?
«Soprattutto i fan. Sono loro che si entusiasmano per un trailer, a farmi tornare su questo franchise e a farmi stare sveglio la notte pensando a nuove storie da raccontare, creando la visione per una trilogia dopo l’altra. Fast & Furious è una saga multiculturale, ed è dunque in grado di mandare messaggi importanti».

 

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Foto: © Itaca Films/One Race Films/Original Film/Universal Pictures

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