xXx – Il ritorno di Xander Cage, Vin Diesel sfida l’impossibile. La recensione

L'attore protagonista di un film che è pura adrenalina, figlio di un cinema-spettacolo che diverte senza mai prendersi troppo sul serio

vin diesel

Film come xXx – Il ritorno di Xander Cage fanno parte di un cinema che negli anni si è definito attraverso un linguaggio ben preciso, in cui la trama fa solo da trampolino di lancio per una serie vertiginosa di sequenze action, una più spettacolare e inverosimile dell’altra. Vin Diesel si è sempre trovato a suo agio in questo contesto e xXx sembra pronto a seguire lo stesso destino da lungo franchise di Fast & Furious.

In questo terzo capitolo, l’attore torna nei panni di Xander Cage, ex campione di sport estremi e punta di diamante del programma di agenti segreti xXx. Viene richiamato in azione dalla NSA per recuperare il cosiddetto “Vaso di Pandora”, una tecnologia in grado di controllare i satelliti sparsi nello spazio e persino di farli precipitare sul nostro pianeta, cosa che qualcuno si sta divertendo a fare terrorizzando il mondo. Così, Cage mette in piedi una sua task force personale, fatta di elementi fidati e folli quanto lui (una donna cecchino, interpretata da Ruby Rose, un dj abile con le consolle e con le armi, e un pazzo criminale che adora schiantarsi con la macchina) e si getta nella missione, affrontando avversari di pari livello e ugualmente drogati di adrenalina.

Il film, come i due precedenti episodi, è un susseguirsi di sfide all’impossibile da cui Diesel esce sempre vincitore. Ed è questo l’obiettivo: far credere che per un uomo sia fattibile cavalcare un’onda gigantesca con una moto, fare a cazzotti saltando su macchine in corsa in autostrada o lanciarsi senza paracadute da un aereo cargo iper-tecnologico in volo. Fa tutto parte di un cinema che non si prende sul serio, autoreferenziale e volutamente esagerato, come quello della Fast & Furious Saga: un modo giocoso di portare su grande schermo le dinamiche del genere action, con l’entertainment in primo piano.

Se è questo quello che cercate, ne avrete da uscirne storditi. Eppure, forse per una certa nostalgia di fondo, la nostra sensazione è che manchi qualcosa che va al di là della storia coinvolgente o della caratterizzazione dei personaggi, qui elementi pressoché assenti. xXx è figlio della deriva ludica che i film e le saghe d’azione hanno intrapreso nel tempo e guardando Cage compiere evoluzioni incredibili, sfoggiando il suo coolness zarro mentre dice frasi a effetto sin troppo impostate, l’iconico John McClane di Bruce Willis – per citare un’icona della categoria – sembra lontano anni luce. Compreso il tipo di azione in cui il protagonista di Die Hard era inserito, almeno nei primi film della saga. Ed è proprio questo che xXx e simili dovrebbero recuperare: un eroe capace sì di imprese straordinarie, ma che sudi, sanguini, si sporchi almeno un pochino la canottiera uscendo indenne da un’esplosione. Servirebbe più umanità e meno supereroismo: a quello ci pensano già abbastanza Marvel e DC.

 

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