Lost: perché è un capolavoro – La teoria scientifica

Il regista Fabio Guaglione, appassionato della serie, ci spiega perché l'opera è un evento mediatico senza precedenti. E afferma che le risposte ai misteri ci sono, basta unire i puntini...

Fabio Guaglione, il regista del duo Fabio & Fabio che ha realizzato i cortometraggi premiati in tutto il mondo Afterville, Silver Rope ed Eden, da grande appassionato condivide con i lettori di Best Movie un’approfondita analisi sul serial che ha rivoluzionato il genere, Lost.

(segue da) Lost è una saga inegualmente affascinante per il suo doppio livello di lettura, costante, anche se a volte non è evidente. La realtà alternativa può essere anche interpretata secondo una lettura scientifica. Alla fine della quinta serie, Jack & co cercano di cambiare il loro destino, lasciando cadere la bomba all’interno della sacca di energia. Qual è l’esito di questa azione? Hanno scongiurato l’incidente, evitando quindi la catena di eventi che porterà a creare la botola, che condurrà Desmond sull’isola e che a sua volta farà precipitare il volo Oceanic 815 sull’isola per mano dello stesso scozzese? Oppure agendo in questo modo, sono stati gli stessi Losties a creare “l’incidente” che renderà necessaria la stazione dharma con il pulsante per il rilascio periodico dell’energia elettromagnetica? Hanno cambiato il loro destino o hanno agito esattamente all’interno di esso?

La meccanica quantistica, la filosofia e la new science

Qui si entra in un discorso molto complesso, ma al contempo molto semplice. Come alla fine è Lost. Come alla fine è la filosofia, che si sta sempre di più ricongiungendo con le moderne scoperte della cosidetta new science. La meccanica quantistica porta ad affermare, scientificamente, che l’osservazione di un fenomeno influisce sul verificarsi dello stesso. Questo concetto semplice ma apparentemente impossibile da spiegare scientificamente, porta a concludere che uno stesso evento può esistere secondo diverse possibilità sovrapposte ed ugualmente possibili, una delle quali diventa reale solamente nel momento in cui l’osservatore, appunto, osserva tale evento. Ciò, a sua volta, porta ragionevolmente a condurre una stretta connessione tra soggetto osservante e determinazione della realtà. Particelle materiali che vengono influenzate da processi mentali. Il “paradosso del gatto di schrondiger”, in questo senso, esprime il punto di partenza chiave di questa lettura della realtà. Coloro che staranno già storcendo il naso, dicendo che sto vedendo qualcosa dove non c’è… beh, dovrebbero fare caso che in Lost si è sempre parlato di elettromagnetismo, elemento strettamente collegato alla meccanica quantistica.

La bomba che evita e provoca l’incidente aereo

Tornando quindi alla seconda interpretazione del finale, grazie alla meccanica quantistica, possiamo affermare sostanzialmente che: dopo l’esplosione della bomba, i Losties hanno sia evitato che provocato “l’incidente”. Nel primo scenario, hanno creato la realtà alternativa. La realtà in cui l’isola è sprofondata, Jacob non ha mai interferito nelle loro vite, e il volo Oceanic 815 non è mai precipitato. Sbirciando sul diario di Faraday abbiamo letto su un diagramma la scritta “tempo immaginario”. Ed è questo che è la realtà alternativa, una dimensione creata dalla volontà dei Losties di cambiare il destino, di vivere felici (Jack si “crea” addirittura un figlio, per compensare il rapporto che ha avuto con suo padre). Ma la realtà dell’isola esiste, contemporaneamente. E’ la realtà in cui l’incidente si è verificato, semplicemente. Sono stati loro stessi a provocarlo. Il rilascio di quell’energia li ha fatti viaggiare nel presente. Le due realtà quindi esistono in egual modo, sono ugualmente probabili ma la probabilità deve collassare in una sola realtà. Una sola tra le due dimensioni potrà sopravvivere, e i Losties dovranno scegliere. Per questo Widmore dice a Jin che se non scongiureranno il pericolo, loro, tutti i loro cari, e la stessa realtà “cesserà di esistere”. Per questo, tramite Desmond ormai immune ai fenomeni elettromagnetici dell’isola, Widmore vuole “risvegliare” le memorie dei Losties della realtà alternativa…per fare in modo che la realtà come la conosciamo non scompaia, a favore della dimensione alternativa creata dal desiderio di redimersi. Quindi, una lettura scientifica di ciò che è successo, è ancora possibile.

Il Karma e la scienza: non possiamo cambiare il passato

Anche secondo questa lettura il finale, a livello narrativo, ha senso? Eccome. I Losties hanno cercato di rimediare ai loro errori nella vita, provando a cambiare il passato. Ma, ovviamente, non è questo il giusto modo di vivere. Non possiamo cambiare il passato. Dobbiamo concentrarci sul presente, di ogni singolo giorno. Banale? New Age? No. Semplice. Ma Vero. Dobbiamo lasciare andare ciò a cui siamo spesso inutilmente legati o non riusciremo mai a fare pace con noi stessi. Ad essere felici. Ad andare avanti. Questa è la fine di Lost. E’ un finale positivo o negativo? Entrambi. E’ Karma. E che lo sappiate o meno, al giorno d’oggi la filosofia del Karma è stata spiegata scientificamente da ricercatori quali Bruce Lipton in libri come “La Biologia delle Credenze”, che ha vinto il best-science award book nel 2006. Non l’ho ancora detto, e ora lo dirò. Lost è un capolavoro. Non si tratta di farselo piacere o meno. Uno è libero di vomitare su 2001 Odissea nello spazio, non è questo il punto. La soggettività determina il gradimento di un’opera, non la sua qualità. A mio parere qui siamo di fronte ad un capolavoro indiscutibile (e non ad una minestra allungata in nome del denaro, come detto da qualcuno). Cercherò di spiegare qui perché anche se non è facile, poiché stiamo parlando di un’opera semplicemente monumentale, studiata e analizzata da saggi di filosofia, di cultura contemporanea, di linguaggio cinematografico, ecc… (continua)

Lo speciale continua, diviso in capitoli:

Le lacrime

Gli ultimi minuti

«Un messaggio semplice»

La teoria spirituale

La teoria scientifica

I punti forti

Il linguaggio

I personaggi

Il binomio fede e scienza

I misteri

Una mania collettiva

L’utilizzo dei media

«Let it go»


Leggi lo speciale Lost: perché NON è un capolavoro


Inoltre, per conoscere tutto di Lost:

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