Assassin’s Creed: la recensione di Leonardo23

Operazione commerciale o meno, questo Assasin’s Creed di Justin Kurzel si prende molto sul serio. Tutti serissimi e imbronciati per un film che spreme il minutaggio per impostare in binari cinematograficamente appetibili la saga videoludica della Ubisoft. Acrobazie spagnole e complotti in salsa apocalittica ci sono (con cliché della mega corporation danzante tra filantropia e dominio del globo), come comanda la pochezza della trama intessuta dal joystick; a giustificare i 125 milioni di budget si aggiungono poi un cast di star, dal sofferente Fassbender fino al semi cameo di Charlotte Rampling, effetti speciali notevoli e una storia inedita. Callum Lynch rivive i ricordi dell’antenato Aguilar per trovare un oggetto conteso da Assassini e Templari. Di salvabile, che non sia alla voce scenografia o effettistica, c’è poco, e quel poco lo minaccia il pesante occhio di Kurzel: il regista, redivivo dal Macbeth di un anno fa, cerca a ogni inquadratura una composizione mozzafiato ma forza troppo e ottiene l’effetto opposto. La trama fa i compiti per soddisfare gli appassionati del videogioco, che già di per sé respirava aria vecchia (l’investigazione archeologica a là Matrix). Niente di più.

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