Contraband: la recensione di Paolo Sinopoli

Sono passati diversi anni da quando Chris Farraday (Mark Wahlberg) era uno dei migliori contrabbandieri sulla piazza. Ora è uscito dal giro ed è sposato con due figli. Ma quando il fratello minore di sua moglie s’indebita con dei trafficanti di droga, John è costretto a riallacciare i vecchi contatti per fare un nuovo “lavoretto” e saldare così i conti in sospeso del ragazzo.

Contraband è uno di quei film action che sembra arrivare direttamente dagli anni ’90, caratterizzato da un old-style che non riesce a reggere il confronto con il ritmo adrenalinico e il montaggio sincopato del cinema degli ultimi anni. Tutto si gioca sulla tensione della corsa contro il tempo di Chris, costretto a trovare i soldi entro 48 ore, mentre la moglie e i figli vengono minacciati e tenuti sotto pressione da uno spacciatore senza scrupoli. Da notare anche i diversi punti in comune del film con Fuori in 60 secondi… ma senza le auto da corsa. Anche qui, infatti, ritroviamo Giovanni Ribisi, a dieci anni di distanza, non più nei panni del fratello indifeso e indebitato fino al collo, bensì in quelli del trafficante di droga e creditore nei confronti del fratello della moglie di Chris, Kate, interpretata da una convincente Kate Beckinsale. Talmente brava da fare impallidire la performance di basso profilo di Mark Wahlberg, che non ci regala neanche particolari sequenze action. Lascia il segno, invece, Ben Foster, nelle vesti del migliore amico di Chris, quello che si prenderà cura della sua famiglia durante la sua assenza.

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Mi piace:
Le performance di Kate Beckinsale e Ben Foster.

Non mi piace:
La trama non scava a fondo nei personaggi e Mark Wahlberg è più piatto che mai.

Consigliato a chi:
A chi ama i film action con Mark Wahlberg.

Voto:
3/5

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