Hunger Games: la recensione di Jass

Stupore.
Pensando ad Hunger Games, è la prima parola che mi viene in mente.
Sono sempre stata una persona che si tiene lontana dalle saghe, perchè andando avanti con la lettura diventano spesso più scontate e meno affascinanti a mio parere.
L’unica saga che davvero amo leggere è quella infinita di Game of Thrones, con mille personaggi e intrighi ma soprattutto con solide tematiche e spunti da cui riflettere. Hunger Games mi ha fatto lo stesso effetto. Devo dire che, indirettamente, punta sulla stesse tematiche in maniera diversa.

Ecco i tre punti di forza di Hunger Games:

1. Power is power
scritto da Suzenne Collins e trasformato in un film da Gary Ross, Hunger Games da un esempio di come la società possa trasformarsi.
Ci troviamo in un futuro post-apocalittico dove il Nord America è stato distrutto e ora sorge la nazione di Panem, divisa in 12 distretti sotto il controllo della capitale, Capitol City.
La divisione gerarchica dei distretti ricorda molto il medioevo, dove all’apice stava il re fino ad arrivare all’ultima categoria, gli schiavi.
La storia ruota attorno a Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence), sedicenne che vive nel distretto 12, il più povero.
Bisogna sapere che ogni anno Capitol City preleva un ragazzo e una ragazza (chiamati poi tributi) da ogni distretto per mandarli in un’arena a combattere tra di loro fino alla morte, dove solo uno portrà trionfare.
Katniss si offre al posto della sorella dodicenne Primrose, insieme al tributo maschio, Peeta Mellark (Josh Hutcherson).

Il sistema dei “giochi” è un chiaro esempio di sistema dittatoriale:
Gli Hunger Games sono nati per infondere paura nella gente e per evitare che si verifichino insurrezioni dai vari distretti. Vedere i propri figli presi, preparati al gioco più terribile di tutti i tempi fa capire agli abitanti che si, è impossibile sconfiggere Capitol City e ancora si, nessuno smetterà mai di guardarli, come ricorda Katniss al migliore amico Gale (Liam Hemswort) all’inizio del film.

2. Cast Tecnico e Cast Artistico
Gary Ross porta un altro capolavoro al cinema dopo “Pleasantville”. È riuscito a catturare il cuore del libro e a portarlo sullo schermo, anche se avrei preferito che il finale, cosi significativo nel libro, non fosse stato leggermente modificato. Per l’inizio del secondo libro è fondamentale sapere che Katniss rivela a Peeta di aver finto di essere innamorata di lui per gli spettatori.
Jennifer Lawrence è sicuramente la stella del film. Io l’ho guardato pure in inglese, ed è assolutamente perfetta nel ruolo di Katniss, una guerriera moderna che lotta per la sopravvivenza. Josh Hutcherson, nel ruolo del “ragazzo innamorato” Peeta, è risultato convincente, a dispetto di quelli che dicono il contrario. È vero, forse si può preferire la Lawrence, ma Josh regala al suo personaggio quella bontà e quell’emotività che abbiamo imparato a conoscere ed ad amare nel libro.

3. Il messaggio
Hunger Games tocca temi veramente importanti come famiglia, amicizia, amore e lealtà.
I personaggi incarnano personalità in cui ci si può riconoscere facilmente. I problemi legati all’economia e alla società di oggi ci fanno pensare: può accadere anche a noi una cosa simile? Forse non in modo cosi crudele e doloroso, ma potremmo perdere la nostra democrazia?
Perchè, lasciando perdere la storia d’amore e i problemi adolescenziali, il film lancia un messaggio forte e chiaro alla società attuale.
Come si fa ad uscire da questo labirinto? A voi la scelta.
Il film merita sicuramente 4 stelle e mezzo su cinque per la feldeltà al libro, l’ottima interpretazione e la storia narrata.

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