John Wick – Capitolo 2

Perdere il conto dei morti già dopo i primi 15 minuti di visione. A Chad Stahelski non piace girare attorno alle cose, e ci porta immediatamente al centro dell’adrenalina, con il sicario interpretato da Keanu Reeves immerso nella bolgia del più frastornante delirio action. Lui è l’Uomo Nero, leggenda della malavita internazionale, uno capace di far fuori diversi nemici usando come arma solamente una matita appuntita. Il protagonista le prende, viene addirittura investito più volte, ma tanto si rialza sempre col suo sguardo impassibile, pronto a farla pagare a chiunque gli metta i bastoni tra le ruote.

A susseguirsi è tutto ciò che un fan del cinema d’azione potrebbe mai desiderare: calci e botte come se non ci fosse un domani, iniettati con ritmo tachicardiaco da un regista che sa farci sentire con forza ogni singola ossa spezzata, ogni lama conficcata nella carne, ogni letale pallottola. E in questa sequela non-stop di frenesia, a prendere vita è anche una mitologia che parrebbe espandere sempre più le possibilità narrative del franchise, arricchendo la saga di tanti personaggi che sprizzano coolness da tutti i pori: non solo quelli di maggior rilievo come l’uomo dei piccioni di Laurence Fishburne, l’assassino interpretato da Common o la bellissima Claudia Gerini, ma anche tanti altri che magari vediamo solamente di sfuggita, dalla violinista killer all’agguerrito pseudo lottatore di Sumo. Tutti character così interessanti e stilosi da meritare ciascuno uno spin-off a parte, come fossimo ormai in un vero e proprio universo cinematografico.

Il più cattivo di tutti? Niente di meno che Riccardo Scamarcio, qui nei panni di un boss della malavita italiana che fa il fatidico errore di coinvolgere John in una tresca, portandolo fino a Roma per una pericolosa missione a suon di riverberi e luci stroboscopiche. Grande è la cura per i setting di Stahelski, che allestisce le azzuffate con un’attenzione minimale alle suggestioni scenografiche, dalla festa capitolina (con sguardo ai sotterranei della città eterna) fino al labirinto di specchi tanto ansiogeno dell’epilogo.

Infine, eccolo lì, il nostro eroe ancora in piedi e in attesa dell’apocalisse. «Chiunque verrà, io lo ammazzerò», e il cuore non può fare a meno di bramare con trepidazione un ulteriore sequel.

Mi piace: La frenesia dell’azione e il carisma da badass di tutti i personaggi

Non mi piace: Piccolissima curiosità: come fa Keanu Reeves a girare per la città tutto insanguinato per mezzo film senza che nessun passante abbia una qualche sorta di reazione?

Consigliato a chi: I fan del cinema action non vorranno altro nella vita

Giudizio: 4/5

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