La Bella e la Bestia: la recensione di tiffany85

Belle è una ragazza intelligente e sognatrice che sogna di andarsene dal piccolo villaggio in cui vive con il padre. L’incontro con una bestia le cambierà la vita.
Rieccoci qui, 26 anni dopo, nello stesso piccolo paesino in cui, nella versione animata del 1991, Belle cantava canzoni che parlavano di libertà e indipendenza. Da tempo la Disney aveva in programma di creare una serie di “live action” basati sui grandi classici realizzati durante il “rinascimento disney”(1989- 1999). A differenza di “Cenerentola” e “Maleficent” che sono stati degli adattamenti a se’, questa trasposizione è stata molto fedele al cartone. Un capolavoro che nel 1991 ha ottenuto ben 6 candidature all’oscar (la prima volta per la sua categoria)e ha vinto come miglior canzone(l”indimenticabile Beauty and the beast cantata da Celine Doin e Elton John)e miglior colonna sonora. Il regista, Hoberman, ha mantenuto alcune canzoni originali aggiungendone altre scritte da Alan Menken e Time Rice tra cui “how does a moment last foerever” cantata da Celine Dion.. Il film è un musical con un cast stellare composto da diversi vincitori di oscar che può vantare, oltre alla protagonista, Emma Watson, nomi celebri come Dan Stewens(la bestia),Luke Evans(Gaston), Emma Thompson (Mrs. Brick), Ewan McGregor(Lumière).
La scelta dei personaggi è stata fatta meticolosamente, le somiglianze con la versione animata son davvero notevoli tanto che in alcuni passaggi sembra quasi di rivedere il classico degli anni 90.
La Watson sapeva che accettando il ruolo di Belle, un modello che ha ispirato le bambine di oggi e di ieri, sarebbe stata nel centro del mirino delle critiche e se l’è cavata veramente bene. Il suo faccino da eterna ragazzina acqua e sapone funziona e anche la sua recitazione. Inoltre chi più di lei che è un’attiva femminista avrebbe potuto interpretare questa principessa fuori dagli schemi.
Sono stati aggiunti alcuni dettagli come la storia della madre di Belle e una sbirciatina nella vita del Principe Adam prima dell’incantesimo inoltre “le Tont”, il fedele leccapiedi di Gaston, qui è un ridicolo gay, il primo dichiarato nella storia disney.
Insomma pochi cambiamenti nella trama, qualche magia della computer grafica per rendere candelabri, orologi e teiere animate e una bella colonna sonora un po’ scopiazzata. L’innovazione e la fantasia non sono di certo il punto forte di questa pellicola ma Hoberman non voleva deludere i fan e non l’ha fatto. Certo l’originale d’animazione è insostituibile, ma questa versione gli rende merito.
Un omaggio alla storia della principessa Disney più rivoluzionaria, che pensava con la sua testa e che ci ha insegnato a guardare al di là delle apparenze.
La fiaba disney più amata prende vita, un sogno che diventa realtà.

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