La furia dei Titani: la recensione di Silvia Urban

Partiamo dalle buone notizie. Questa volta i Titani ci sono e si vedono, così come il 3D.
I produttori, dopo le pessime recensioni incassate per il primo film (Scontro tra Titani), hanno investito sugli effetti speciali – inclusi quelli tridimensionali, molto efficaci soprattutto nelle sequenze action e di battaglia – e sulla resa spettacolare.
Un investimento tale, però, da essersi quasi dimenticati dei personaggi e della sceneggiatura.

Per chi non avesse visto Scontro tra titani, è Zeus – nell’incipit del film – a ricordarci quanto avvenuto: dopo aver salvato il Mondo intero sconfiggendo il Kraken, suo figlio Perseo, un semidio, ha deciso di vivere da umano. Lo ritroviamo, infatti, dieci anni dopo quella epica avventura vedovo e dedito alla pesca e al figlio Elio. Quando, però, suo padre Zeus viene tradito e imprigionato dal fratello Ade e dal figlio Ares, che hanno stretto un’alleanza con Crono per risucchiare al padre degli dei ogni potere, Perseo torna a impugnare la spada. Insieme alla regina guerriera Andromeda (Rosamund Pike, che raccoglie l’eredità lasciatele da Gemma Arterton: è lei la bella di turno), al cugino Agenore – il semidio figlio di Poseidone nonché il guascone della compagnia – e al dio caduto Efesto intraprende un viaggio nel Tartaro per sconfiggere i Titani e salvare Zeus e il genere umano.

Se la trama vi sembra troppo contorta, non vi preoccupate, ci penseranno gli stessi personaggi a fare ordine, ribadendo più volte ciò che sta accadendo e spiegando ogni singolo passaggio del film. La sceneggiatura è talmente didascalica da risultare ridicola, specie laddove si tenta di affrontare tematiche di un certo spessore, come il rapporto padre/figlio o le debolezze degli dei, non immuni a sentimenti tipicamente umani quali la paura, la gelosia, l’odio e la brama di potere.
A differenza del primo film, però, non c’è tempo di annoiarsi: tutto avviene in maniera frenetica e le scene più adrenaliniche si susseguono a ritmo sostenuto, mantenendo alto il tasso di spettacolarità e divertimento.
Poco importa che i personaggi vengano tratteggiati in modo sommario, che la finzione sia palese, che alla fine ci sia pure un risvolto romantico della vicenda: quello che ci viene richiesto è di sospendere il giudizio e goderci lo spettacolo.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
La resa spettacolare, arricchita dal 3D nelle sequenze action

Non mi piace
La scarsa qualità delle sceneggiatura, didascalica e banale, e la debole costruzione dei personaggi

Consigliato a chi
Non ha troppe pretese e vuole semplicemente godersi battaglie epiche

Voto
2/5

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