Magnifica presenza: la recensione di Giorgio Viaro

Fornaio aspirante attore, Pietro (Elio Germano) lascia la Sicilia e si trasferisce a Roma in cerca di fortuna e provini. Qui affitta un appartamento a Monteverde, grande almeno il doppio del previsto, pagandolo due lire. Gatta ci cova? Eccome: gli tocca dividere salone e camera da letto con un compagnia d’attori-fantasmi-ballerini (Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini), rimasti incastrati in quei locali per causa d’un antico trauma. Correva il 1943, e a Roma era epoca di rastrellamenti…

Ghost comedy con retrogusto amaro, Magnifica Presenza stempera i toni brillanti e scanzonati di Mine Vaganti nei margini del dramma storico (vedi La finestra di fronte), mutando le prospettive del racconto di minuto in minuto. Prima si concentra sull’instabilità dei desideri di un “serenamente diverso” nel contesto sociale di una Roma popolata di piccoli mostri. Poi trasforma i suoi fantasmi-coinquilini da numi tutelari del palcoscenico in personificazioni della memoria collettiva, memento di arcinoti orrori bellici (“finzione” è la loro parola d’ordine, “realtà” la contro-parola d’ordine…) .

Prima e dopo gode della verve di un Elio Germano in gran forma, gay dal cuor leggero che affronta ogni fallimento come un’occasione, ogni delusione come un’opportunità. Peccato che il legame tra commedia e dramma sembri più uno strappo. Che la consistenza del protagonista non sia molto diversa da quella delle figurine che colleziona (quale sia la profondità del suo disagio non è dato sapere, al di là di un paio di battute a effetto: “Come posso essere eterosessuale? Non riesco nemmeno a essere omosessuale…”). E che il tono del racconto morale sembri un po’ troppo predicatorio. Per non citare le consuete amnesie registiche di Ozpetek, che – non è la prima volta – casca su metafore ridicole (la coccinella schiacciata, le citate parole d’ordine) e usa i ralenti con poco criterio.

Molto meglio, invece, le parentesi di puro genere. Dalle spigolature quasi-horror della prima parte, con l’appartamento che si popola pian piano di presenze; ai siparietti comici che coinvolgono Pietro e i suoi compagni di lavoro al forno; fino alla surreale discesa nel covo delle trans-sarte, capeggiate da una mefistofelica Platinette.
Magnifica presenza piacerà soprattutto per la sua leggerezza, ma sarà applaudito soprattutto per le sue zavorre.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
Tutta la prima parte, con atmosfere da ghost story. Elio Germano in gran forma

Non mi piace
La brusca deriva della commedia in dramma storico. Le metafore grossolane

Consigliato a chi
A chi ama il cinema di Ozpetek, e cerca una commedia sofisticata e surreale

Voto: 3/5

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