Mia moglie per finta: la recensione di Gabriele Ferrari

Il remake di un film a sua volta ispirato a una pièce teatrale americana che ne ricalcava una francese? Non che da queste parti ci si nutra di pregiudizi,  ma a naso c’è aria di carenza di idee in casa Sandler. E infatti. Riassunto: Mia moglie per finta racconta la storia di Danny (Adam Sandler), chirurgo plastico con il vizio di fingersi tristemente sposato per rimorchiare. Finché conosce quella giusta (la debuttante Brooklyn Decker, esteticamente clamorosa bisogna dire); la quale, però, desidera conoscere la presunta moglie. Che Danny deve inventarsi, e individua nella sua segretaria Katherine (Jennifer Aniston), castigata madre single dall’umorismo caustico. Il resto ve lo lasciamo indovinare, perché Mia moglie per finta funziona come un prototipo di commedia romantica, con tanto di ambientazione esotica (succede quasi tutto durante un viaggio alle Hawaii), sottotrama di riscatto che coinvolge una vecchia nemesi collegiale di Katherine (Nicole Kidman, che un tempo aveva l’abitudine di vincere degli Oscar) e pronosticabile happy ending. Purtroppo, molti degli ingredienti necessari alla miscela sono carenti: le gag che vanno a segno, per esempio, sono poche. Per non parlare dei personaggi: Adam Sandler non riesce a uscire dal cliché del quarantenne con la sindrome di Peter Pan, e Jennifer Aniston rimane intrappolata in un limbo di autoreferenzialità e standardizzazione di cui è difficile vedere l’uscita. Non che Mia moglie per finta non abbia qualche merito, tra citazionismo cinefilo spinto (con poca finezza) e un paio di momenti esilaranti, ma dubitiamo che possa interessare davvero a qualcuno che non viva per le storielle romantiche senza sale.

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Mi piace
L’ambientazione hawaiiana, che rimane una gioia per gli occhi quasi quanto la pazzesca Brooklyn Decker. E il ritmo: quantomeno Mia moglie per finta non rallenta mai.

Non mi piace
L’estrema banalità e prevedibilità di situazioni, battute e sviluppi di trama. Un cast spompato e incapace di uscire dai propri collaudati standard.

Consigliato a chi
Ha un debole per le commedie romantiche anni ’90 e/o adora Adam Sandler (il comico più che l’attore).

Voto: 2/5

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