Studio illegale: la recensione di Andrea Facchin

Quanto ci si può fidare l’uno dell’altra, quando per professione si è votati alla menzogna? È questo lo spunto comico dietro Studio illegale, il nuovo film di Umberto Carteni (Diverso da chi?), tratto dall’omonimo bestseller di Federico Baccomo. La storia è quella di Andrea Campi (Fabio Volo), un giovane avvocato che lavora per un prestigioso studio di diritto internazionale milanese e che per la carriera ha sacrificato tutto, famiglia, amicizie e amore. La grande occasione per fare il salto definitivo, arriva quando gli viene offerto un importante incarico, ossia l’acquisizione di una ditta farmaceutica di Treviso da parte di una multinazionale di Dubai. A rappresentare la controparte c’è Emilie (Zoe Félix), bellissima avvocatessa francese per cui Andrea perde subito la testa. Dopo la diffidenza iniziale, tra i due si instaura una relazione sempre più intima e, per la prima volta, Andrea scopre un raggio di luce al di fuori del microcosmo dello studio. Ma conciliare vita privata e lavoro non sarà così semplice.

Il regista costruisce la pellicola con gli elementi di una classica commedia romantica: corteggiamento, innamoramento, incomprensioni e riappacificazioni ci sono tutti, ma il film finisce per mancare nei momenti chiave, in cui cala improvvisamente (e inspiegabilmente) di ritmo. In un prodotto del genere, inoltre, è un paradosso che l’anello debole risulti essere proprio la coppia protagonista, la cui alchimia scarseggia. L’idea di giocare sull’ambiguità caratteristica della professione dei protagonisti è interessante, ma a lungo andare si trasforma in un’arma a doppio taglio per la qualità della storia, che finisce per abbondare in prevedibilità. Fabio Volo, che dopo Uno su due torna a vestire i panni di un avvocato di Milano, cerca di allontanarsi dal classico stereotipo del cinico donnaiolo, per lasciare spazio ad un personaggio meno superficiale, stanco della solita routine quotidiana e bisognoso di instaurare legami stabili con chi gli sta intorno. Ma è proprio nei punti di svolta e di rottura della sua relazione con Emilie, che il lavoro dell’attore lascia un po’ a desiderare, mancando di incisività. Discorso diverso, invece, per i personaggi di contorno, guidati da Ennio Fantastichini in versione capo senza scrupoli, equilibrato e mai caricaturale, e, soprattutto, dalla sorpresa Nicola Nocella, qui nelle vesti del goffo praticante Tiziano, forse la figura più concreta di tutto il film, che a tratti mette in ombra il resto del cast: le sue sequenze con Volo sono le sole a suscitare qualche sana risata.

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Mi piace

Le dinamiche che si instaurano tra Andrea e il praticante Tiziano

Non mi piace

Storia troppo poco efficace, che esaurisce presto le buone premesse

Consigliato a chi

È un fan sfegatato di Fabio Volo

Voto: 2/5

 


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