W.E.: la recensione di Giorgio Viaro

L’antefatto glamour de Il discorso del re. Volete sapere come il fratello minore e balbuziente del principe Edoardo, Bertie, è salito al trono di Inghilterra nel 1936 (trono da cui poi si troverà a dover curare la propria balbuzie)? W.E. – secondo lungometraggio della rockstar Madonna – risponde a questa domanda raccontando la storia di Wallis Simpson, la donna che partendo dalla periferia di Baltimora e dal matrimonio disgraziato con un militare, arriva in Inghilterra, sposa un nobile (il Mr. Simpson che le garantirà il cognome con cui è diventata celebre), e diviene infine l’amante del Principe di Galles e Re designato con il nome di Edoardo VIII. L’amore di Edoardo per Wallis lo spingerà a rinunciare al proprio trono dopo nemmeno un anno, a causa dell’incompatibilità tra la carica – il Re di Inghilterra è anche capo della Chiesa d’Inghilterra – e il matrimonio con una donna divorziata.

Il gesto di Edoardo è diventato nel tempo sinonimo di sacrificio d’amore, tanto che non di rado il nome Wallis o Wally è stato dato alle neonate inglesi dalle loro madri come auspicio di una vita ricca e fortunata sul piano sociale e sentimentale. Proprio una di quelle ragazze (Abbie Cornish), ormai cresciuta e infelicemente sposata ad uno psichiatra, è protagonista della seconda storia raccontata dal film, e ambientata nel 1998, 50 anni dopo l’abdicazione di Edoardo. La Wally del 1998 vive a Londra e passa le sue giornate da Sotheby’s, dove spia dietro le vetrine gli oggetti della Corona inglese che stanno per essere messi all’asta. Tra di essi ci sono anche i gioielli e i corredi che appartennero a Wallis Simpson. Quegli oggetti la tengono ancorata ai suoi sogni, mentre nella vita quotidiana il marito la trascura e probabilmente la tradisce.

Il film racconta il percorso di emancipazione di Wally mostrando al contempo che la scalata sociale di Wallis nascose in realtà grandi sacrifici e umiliazioni, nella gestione di un rapporto che tutto il popolo del Regno Unito, pur spiandolo volentieri per la spregiudicatezza che racchiudeva, non riuscì mai ad accettare fino in fondo: Edoardo era considerato un re illuminato e potenzialmente decisivo per le sorti del paese, e Wallis – che pure non fu mai convinta fino in fondo del sacrificio del principe – gliel’aveva portato via.
Madonna racconta questa doppia storia pigiando sul pedale del glamour, e non lesina certo su arredamenti, abiti e gioielli. Il film scorre così piacevolmente malinconico, come un melò all’acqua di rose, accompagnato da una colonna sonora a dominante classica (ma la scena più riuscita è un’inaspettata esplosione rock) e da una regia non certo sobria (Madonna mette l’obiettivo ovunque, mischiando primi piani, carrelli, dolly un po’ improvvisati, campi lunghissimi) ma abbastanza dinamica da tenerti sveglio.

Film di emancipazioni femminili, grandi amori e grandi delusioni, dolori terribili e riscatti prevedibili, piacerà da impazzire alle sognatrici e alle fanatiche del gossip coronato, molto meno a tutti gli altri.

Guarda il trailer e leggi la trama del film

Mi piace
Andrea Riseborough, la protagonista femminile, è una rivelazione

Non mi piace
La confezione è fin troppo patinata e si arriva di rado al cuore dei personaggi

Consigliato a chi
Ai fanatici del gossip delle famiglie reali

Voto: 3/5

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