Viaggi nel futuro: Ritorno al Futuro – parte II

Il futuro di Ritorno al Futuro è la parte più divertente e folle di tutta la trilogia, ma anche il meno coerente dal punto di vista logico. Ecco come Zemeckis immaginò il 2015 nel primo sequel della trilogia, l'unico che ci porta in un tempo che deve ancora venire.

In occasione dei venticinque anni dall’uscita del primo Ritorno al Futuro – il film che meglio di qualunque altro ha saputo giocare con i vari aspetti del viaggio del tempo – Best Movie ripercorre i più celebri viaggi nel tempo visti al cinema.

Anche la saga di Ritorno al Futuro contempla diversi viaggi “in avanti”: a parte tutti i viaggi di ritorno dal passato (non caso il film si chiama Ritorno al futuro), il vero viaggio nel futuro è quello che copre la prima parte del secondo film. Marty, Doc e Jennifer partono per il 2015 per impedire degli eventi che porteranno alla disgregazione della famiglia McFly. Una volta nel 2015 (trent’anni nel futuro rispetto al presente del film – 1985- e pochi meno rispetto alla data effettiva di realizzazione), è tutto un tripudio di macchine volanti, vestiti autoasciuganti, giornali interattivi, skateboard magnetici senza ruote, collari che portano a spasso i cani e una moda molto, molto discutibile. C’è anche chi si è divertito a catalogare le previsioni azzeccate e quelle sbagliate.

L’estrema cura con cui le ambientazioni sono realizzate e gli innumerevoli inside-joke rendono ogni visione del film un divertimento nuovo, ma l’elemento interessante – quello forse meno logico nella ferrea teoria spazio-temporale di Ritorno al Futuro – è la presenza delle versioni “vecchie” dei personaggi nel 2015. Il viaggio nel futuro infatti è – per la fisica –  un viaggio di sola andata (sempre secondo Einstein, che  però non aveva, per quanto ne sappiamo, una DeLorean a disposizione): si “salta” il tempo e basta, non c’è un viaggio di ritorno. E’ quello che accade in Navigator: ritroveremmo i nostri cari più vecchi e dovremmo vivere nel futuro. In Ritorno al Futuro parte II invece Marty e Jennifer incrociano se stessi più vecchi di trent’anni. Anche assumendo che il funzionamento del flusso canalizzatore non si basi sulla teoria della relatività (Einstein ha mai parlato di 1,21 Gigawatt?) , visto che consente indiscriminatamente di muoversi avanti ed indietro nel tempo, resta un dubbio: il 2015 in cui arrivano Marty e Jen è un futuro che in qualche modo “presuppone” che essi siano tornati dal loro viaggio nel tempo e abbiano messo su famiglia. Un futuro “probabilistico”, più che reale, cosa che viene confermata dalla “morale della favola” alla fine del terzo episodio: il futuro è quello che ci costruiamo. Ma se allora il futuro non è scritto, che senso ha mettere in pericolo il continuum spazio-temporale per impedire qualcosa che non avverrà con certezza? Il primo atto di Ritorno al Futuro parte II, ironicamente l’unico ambientato nel futuro, è quello meno inattaccabile, ma anche uno dei più divertenti in assoluto, perciò, a noi cinefili, va bene anche così.

Ecco la clip in cui Doc spiega a Marty come sono finiti nel 1985 alternativo…

Sotto, una clip del film:

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