Viaggi nel Tempo: Il paradosso ontologico e John Connor

Scopriamo il paradosso ontologico attraverso le celebri saghe di Ritorno al futuro e Terminator

In occasione dei venticinque anni dall’uscita del primo Ritorno al Futuro – il film che meglio di qualunque altro ha saputo giocare con i vari aspetti del viaggio del tempo – Best Movie ripercorre i più celebri viaggi nel tempo visti al cinema.

Il paradosso ontologico si realizza nel momento in cui viaggia indietro nel tempo e diventa la cosa che viene poi portata indietro nel tempo. Questa può essere un’informazione o un oggetto, ma in quest’ultimo caso i fisici contestano: l’oggetto dovrebbe invecchiare nel tempo!

In Ritorno al Futuro, Marty suona “Johnny B.Goode” al ballo scolastico dei suoi genitori (nel 1955), accompagnato dalla band di Marvin Berry, il quale – ascoltato il nuovo, esplosivo, sound – telefona al cugino Chuck per farglielo sentire. Quindi Chuck Berry – nel film – si ispira alla cover di Johnny B. Goode suonata da Marty per scrivere la medesima canzone. E’ un tipico caso in cui un’informazione (in questo caso, la canzone) non ha più un’origine ben definita: questo “cortocircuito” si chiama paradosso ontologico.

Nella fiction il paradosso ontologico è uno dei più abusati, spesso con oggetti che creano loop temporali non risolvibili: oggetti “antichi” trovati nel presente che vengono riportati indietro nel tempo e diventano, a causa del viaggio, l’oggetto antico di partenza; l’oggetto stesso non ha più un’origine.

I fisici oppongono a questo paradosso le più comuni leggi sulla conservazione dell’energia, soprattutto per quanto riguarda gli oggetti, che sfuggirebbero alle leggi di invecchiamento fisico.

Oltre a Ritorno al Futuro (che include altri casi di paradossi ontologici e sfiora spesso il nonsense: come fanno i genitori di Marty a non notare la somiglianza tra il loro terzo figlio e l’uomo che li ha fatti mettere insieme??) altri film celebri che giocano pericolosamente con il paradosso ontologico sono i vari capitoli di Terminator. Le informazioni che Kyle Reese passa a Sarah Connor nel primo episodio della serie sono le stesse che lei passerà a John e che questi, nel futuro, passerà a Kyle prima del suo viaggio indietro nel tempo. Così come la tecnologia Skynet, si apprende nel corso del secondo episodio, si è evoluta dai resti del T-800 distrutto nel primo film, ma il T-800 è un futuro prodotto di Skynet… lo stesso nome di John Connor viene pronunciato da Kyle prima ancora che Sarah resti incinta. Quindi chi ha deciso il nome di John? Se si pensa al principio di Novikov, il paradosso resta, ma la storia è unica e coerente: è sempre stato Kyle Reese a dire a Sarah il nome di suo figlio. Se il viaggio nel tempo invece può cambiare la storia (e probabilmente è così, nell’universo di Terminator, visto che la data giorno del giudizio cambia dopo i viaggi nel tempo dei primi due film), si può pensare che nella linea temporale originale Sarah avrebbe comunque chiamato il figlio John, anche senza suggerimenti, e che Skynet sarebbe comunque nata anche senza i resti del T-800. Anche questo è in accordo con il principio di Novikov: anche i cambiamenti concorrono comunque allo svolgersi della storia senza alterazioni sostanziali.

Nel prossimo capitolo scopriremo il paradosso di predestinazione ricordando Harry Potter e Guerre Stellari.

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