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Baby – La recensione della stagione finale

La serie originale Netflix con Alice Pagani giunge al termine dopo tre stagioni controverse, apprezzate dai fan ma discusse dalla critica

Con la terza stagione giunge a conclusione Baby, serie originale Netflix ispirata al cosiddetto “scandalo delle baby squillo” dei Parioli, un materiale molto difficile da affrontare e che infatti ha generato una vasta mole di critiche sin dalla pre-produzione della serie.

Per due stagioni Baby è stata ferocemente osteggiata, soprattutto per una messa in scena estetizzante e poco coerente con la storia raccontata, per la sospensione del realismo in favore del sensazionalismo e della sessualizzazione delle protagoniste adolescenti a cui non corrispondeva una responsabilità dello sguardo autoriale della serie.

Lo show cerca da un lato di riprendere il filone del teen drama americano in cui i personaggi adolescenti sono disinibiti e accattivanti, ma dall’altro non riesce a conciliare quest’anima con un approccio realistico e “da inchiesta”.

Se si vuol fare una serie over the top, in cui tutto è spinto al massimo dal punto di vista del linguaggio e dell’estetica, allora bisogna allontanarsi dal naturalismo come fa Riverdale e prendere il racconto meno sul serio puntando sull’autoironia. Se invece si vuole battere la strada della denuncia allora bisogna dimostrare una responsabilità verso i temi trattati che Baby in molte occasioni ha dimostrato di non avere del tutto (in certi casi quasi per niente).

La terza annata mette un po’ a posto le cose perché nonostante alcuni limiti congeniti (tipo il modo in cui vengono mostrati i rapporti genitori/figli) c’è una discreta attenzione al personaggio gay e la storyline legata alla prostituzione minorile è gestita nettamente meglio che negli anni precedenti.

Tuttavia, nonostante le toppe messe nell’ultima annata, siamo molto lontani dalla qualità di una serie come Skam Italia per quanto riguarda la rappresentazione degli adolescenti e alcuni limiti invalicabili dello show erano chiari sin dall’inizio.

Alla fine Baby non è soltanto un prodotto non troppo riuscito, ma anche un’occasione sprecata perché una storia del genere poteva essere un’ottima opportunità per la serialità italiana per far vedere al mondo una faccia di sé lontana dai soliti racconti di crimine.

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