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Diavoli: la serie thriller Sky che racconta il duello tra Alessandro Borghi e Patrick Dempsey corrotti dal Lato oscuro della finanza

Approfondimento sulla serie in onda da domani alle 21:15 su Sky e in streaming su NOW Tv

Diavoli: la serie thriller Sky che racconta il duello tra Alessandro Borghi e Patrick Dempsey corrotti dal Lato oscuro della finanza

Approfondimento sulla serie in onda da domani alle 21:15 su Sky e in streaming su NOW Tv

Diavoli

Basta guardare i primi tre minuti del primo episodio della serie Sky Diavoli per capire in che acque stiamo nuotando.
Un potente uomo d’affari sta raccontando al suo staff una storiella di David Foster Wallace su due pesci che si chiedono cosa sia l’acqua.
«La nostra acqua – spiega a conclusione del racconto – si chiama finanza. Non si vede, non ha odore e per molte persone è impercettibile, ma noi siamo il pesce che sa dov’è». E, continuando nella metafora, sottolinea come all’interno di quell’acqua non percepibile da tutti il pesce più veloce sia Massimo Ruggero (Alessandro Borghi), l’Head of Trading della loro banca d’investimento (New York – London Investment Bank), un vero squalo, perché a nessun altro fuorché a lui è venuto in mente di “shortare” la Grecia. E, intanto, mentre il racconto procede e Massimo sorride per i complimenti del suo capo e l’approvazione dei colleghi, vediamo il corpo di un uomo precipitare a terra da uno dei balconi interni della banca e macchiarsi del proprio sangue.
LA STORIA
Sono gli anni successivi al 2008, al fallimento Lehman Brothers e alla crisi che ha affondato l’economia globale, gli anni in cui diversi fondi di investimento hanno scommesso sul ribasso di certi mercati o di certi paesi, come la Grecia “shortata” da Massimo Ruggero, con un meccanismo che già ci aveva spiegato Adam McKay ne La grande scommessa, che non a caso nella versione originale si chiamava The Big Short
Nelle prime battute Ruggero rievoca la celebre frase de I Soliti sospetti: “Il più grande inganno del diavolo è stato quello di far credere al mondo che lui non esiste, eppure Massimo – dice – quel diavolo l’ha conosciuto, ha riso alle sue battute, e ancora di più: ne è stato l’allievo, l’apprendista, quasi un figlio.
Ruggero è arrivato nella City di Londra una decina di anni prima da un piccolo paese di pescatori della Campania, Cetara, e in breve tempo da studente di economia ha raggiunto i piani alti della banca. Il suo capo/mentore/padre putativo Dominic Morgan (Patrick Dempsey) gli ha praticamente promesso la promozione a vice presidente, ma c’è un ostacolo tra lui e il nuovo ruolo: un collega senior di origini inglesi e pertanto più gradito ai vertici, che guarda caso è l’uomo morto cadendo a terra di cui parlavamo sopra. Inutile dire che Massimo, una volta esclusa l’ipotesi del suicidio, diventerà il principale sospettato dai detective della polizia e che via via emergeranno tutti gli scheletri nell’armadio del “diavolo” Dominic, che si scoprirà essere il grande burattinaio che tira le fila dei destini dei propri dipendenti e dello scacchiere internazionale.I MODELLI DI RIFERIMENTO DELLA SERIE
Atmosfere thriller, rapporti di amore-odio, sentimenti che si mescolano con l’utilitarismo e la manipolazione, manovre politico-finanziarie, sono gli ingredienti principali di questa serie dall’estetica sofisticata (i registi sono quelli di Sherlock, Nick Hurran, e de I Medici, Ian Michelini) e dal solido background (il racconto è tratto dal romanzo omonimo edito da Rizzoli dell’esperto finanziario Guido Maria Brera), che guarda – pur conservando una sua impronta originale –
ai riferimenti più immediati del genere “finanziario”: ovviamente Wall Street, The Wolf of Wall Street, ma anche la serie Billions e il già citato La grande scommessa.I PUNTI DI CONTATTO CON LA REALTÀ
È un viaggio affascinante, e a tratti spaventoso, quello che si svolge negli ambienti finanziari della City londinese, in cui irrompono come schegge i documenti d’archivio di quel periodo (vedi i filmati dei notiziari durante i disordini in Grecia o la cattura e l’uccisione di Gheddafi da parte dei ribelli), a suggerire che tutto ciò che viene deciso dietro i vetri specchiati delle grandi banche si riflette automaticamente nella realtà e nei destini dei comuni cittadini. 
Diavoli è una serie drammaticamente tempestiva, un’involontaria instant series, perché arriva proprio nella settimana in cui all’Eurogruppo verrà deciso il destino economico del nostro Paese alla vigilia di quella che si preannuncia, secondo il Fondo Monetario Internazionale, come la la più grande recessione dal 1929. 
Osservare attraverso la lente del racconto di fiction come esistano realtà che speculano e, anzi, approfittino del collasso di paesi in difficoltà è uno degli aspetti più interessanti e preoccupanti di questa serie, che descrive la condotta degli operatori dell’alta finanza come amorale, quasi fossero dei monaci-guerrieri, come li ha definiti Brera stesso, concentrati solo sul risultato al di là delle conseguenze etiche del loro agire.
Va dato atto ai creatori della serie di aver dovuto faticare non poco per rendere accessibili delle tematiche e un linguaggio che sono complessi e richiedono un certo tipo di competenze.ALESSANDRO BORGHI, L’INTERNAZIONALE
La serie prodotta da Sky e Lux Vide è una grande vetrina internazionale per uno dei nostri migliori attori, che ha incarnato alla perfezione con i suoi occhi azzurrissimi e glaciali il modello di monaco-guerriero della finanza tratteggiato da Brera. Borghi, nelle prime sei puntate che Sky ci ha concesso di vedere in anteprima, raramente ha cedimenti emotivi, ma la sua armatura inizia a creparsi sia quando rincontra la moglie da cui si era separato molti anni prima, sia quando scopre le proprie responsabilità nei confronti della blogger Sofia, che lavora per una sorta di Wikileaks chiamato Subterranea guidato da uno pseudo Julian Assange.
L’attore italiano è bravo sia a caratterizzare il suo sé giovane non ancora corrotto dei flashback sia quello diventato negli anni lo “squalo” che tutti ammirano e temono. Ottimo anche il lavoro sulla pronuncia inglese, nella versione originale, che speriamo gli apra molte porte all’estero. LA FINANZA È DAVVERO IL DEMONIO?
Durante la conferenza di presentazione alla stampa della serie, Borghi ha tenuto a precisare come non desidera che Diavoli faccia credere alle persone che tutti coloro che operano nel mondo dell’alta finanza siano dei villain, dei “cattivoni” senza scrupoli, e che grazie a Brera ha conosciuto molte persone di quell’ambiente che agiscono davvero a favore e nell’interesse dei cittadini. Quel che ci si aspetterebbe dalla serie, nelle ultime puntate, è una svolta verso il Bene del padawan Massimo iniziato dall'”Imperatore” Dominic e molto presto ammaliato dal Lato oscuro del potere. Sebbene non sia così scontata, dal momento che ciò che contraddistingue tutti i personaggi in gioco è la loro forte ambiguità, così come emblematicamente dimostrato da Nina, la moglie di Dominic interpretata dalla nostra Kasia Smutniak, con cui è facile empatizzare a causa del dolore che lei prova per la morte del figlio caduto in Afghanistan, ma che non le impedisce di tramare e manipolare alle spalle di chi le è vicino.
Diavoli sarà in onda su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV da domani 17 aprile, ogni venerdì con un doppio episodio per cinque settimane. 
Foto: ©Antonello & Montesi

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