Intervista a Kevin Bacon per City on a Hill, tutto chiacchiere e distintivo

In City on a Hill l'attore è un agente dell'FBI dai metodi poco ortodossi che viene spedito nel distretto di Boston per contrastare una banda di rapinatori. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare cosa lo ha conquistato di questo personaggio protagonista della serie prodotta da Ben Affleck e Matt Damon in arrivo a settembre

La carriera di Kevin Bacon, 61 anni compiuti, pare infinita. Rivangando tra i ricordi, molti di voi lo avranno bene in mente mentre si scatena nelle coreografie di Footloose – correva l’anno 1984 –, ma prima ancora il suo volto ha fatto capolino in una delle soap opera più seguite d’Italia, Sentieri, e parliamo del “lontanissimo” 1981. La carriera cinematografica dell’attore americano è passata attraverso film indimenticabili, da Apollo 13 a Mystic River, da Linea mortale al più recente X-Men – L’inizio, fino al biopic Black Mass in cui vestiva i panni di un agente federale deciso a fermare James Bulger, uno dei criminali più pericolosi della storia americana interpretato da un irriconiscibile Johnny Depp.

E proprio in City on a Hill – serie prodotta da Ben Affleck e Matt Damon che vedremo esordire su Sky il prossimo 3 settembre – lo ritroveremo con il distintivo dell’FBI, ma questa volta porterà sullo schermo un agente veterano e opportunista, inviato al distretto di Boston nei primi anni ’90 per fermare una gang di rapinatori. I suoi metodi si scontreranno con quelli dell’integerrimo DeCourcy Ward (Aldis Hodge), vice-procuratore distrettuale di colore che non ha alcuna intenzione di arrendersi alle ingiustizie, tanto che i due si ritroveranno a dover sovvertire l’intero sistema giudiziario. Bacon, nell’intervista qui di seguito, ci racconta il suo ritorno alla Tv e cosa lo ha conquistato di questo investigatore ai “confini della legge”.

Che cosa ti ha colpito di questa serie?
«La prima cosa che guardo è sempre il ruolo che mi viene offerto, e se ha a che fare con un personaggio che non ho mai esplorato del tutto diventa una sfida interessante. In questo caso – arrivando da una commedia come I Love Dick, dove interpretavo un tizio piuttosto silenzioso in una piccola cittadina di provincia molto lontana da un setting urbano – un personaggio come Jackie Rohr di City on a Hill rappresentava una svolta totale: è un tizio che parla a raffica, non la smette mai, ed è ambientato in una metropoli come Boston. Sono diventato un attore proprio perché mi piaceva l’idea di interpretare ruoli sempre differenti. Gli attori che ammiro, come ad esempio Meryl Streep, interpretano un ruolo, poi un altro e poi un altro ancora, tu li guardi e ti chiedi “Ma come ci è riuscita? Da dove arriva?”».

City on a Hill è stato prodotto da Ben Affleck e Matt Damon, che sono entrambi di Boston, ti hanno portato a fare un giro in città?
«Sinceramente no. Ho letto che Affleck, mentre lavorava a The Town, ha avuto questa idea per la serie e l’ha poi proposta a un giovane sceneggiatore di nome Chuck MacLean, che alla fine è diventato il nostro showrunner. Chuck ha una cultura praticamente enciclopedica di tutto ciò che riguarda Boston, la storia della città, della storia americana e soprattutto della storia del crimine. Ha solo 33 anni, ma la sua conoscenza di questi mondi è straordinaria. Ha frequentato molto il set mentre stavamo girando e noi lo abbiamo utilizzato parecchio come punto di riferimento per tutti i dubbi o le domande che potevano sorgere».

Continua a leggere l’intervista a Kevin Bacon sul numero di settembre di Best Movie, in edicola dal 28 agosto.

Foto: © Sky/ShowTime

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