Il cast di A casa tutti bene, l’ultimo film di Gabriele Muccino in arrivo nelle sale italiane il prossimo 14 febbraio, a sentirlo snocciolare un nome dietro l’altro sembra la versione italiana di Avengers: Infinity War dei fratelli Russo: Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino e Gianmarco Tognazzi. Davvero difficile immaginare un film più affollato, come chiosa Stefano Accorsi: «Il film più corale che abbia mai fatto».
Una parata di attori italiani, che sarà ospite della prima serata del prossimo Festival di Sanremo (lo hanno scoperto proprio durante la conferenza stampa, con sommo stupore) e che si è riunito per la nuova regia di Muccino, di ritorno in Italia otto anni dopo Baciami ancora. È la storia di una grande famiglia che si ritrova a festeggiare le nozze d’Oro dei nonni sull’isola di Ischia, dove i due anziani patriarchi si sono trasferiti a vivere. Una mareggiata li bloccherà tutti quanti sul posto, impedendo loro di separarsi e costringendoli a fare i conti con delle tensioni familiari sopite, pronte a esplodere tutte insieme. Tutti vittime e tutti carnefici, come suggerisce Giampaolo Morelli a proposito dei rapporti di coppia, con delle nubi oscure e minacciose a incombere su ogni personaggio.
«Ho voluto raccontare la società degli uomini – afferma Muccino a Roma presentando il film alla stampa, beatamente circondato dai suoi interpreti che trasudano gratitudine e ammirazione – ma anche la famiglia quando diventa un villaggio tribale, il big bang delle relazioni umane, delle dinamiche che raccontano l’animo umano in tutte le sue costellazioni ed espressioni. Il viaggio è stato abbastanza epico, dopo film molto diversi tra loro che ho fatto anche con dei premi Oscar, con delle movie star, questo film mi ha dato un’emozione speciale, fin dal primo giorno, anche grazie alla generosità di tutti gli interpreti. Tutti i miei attori ci restituiscono i personaggi con tutto l’amore con cui io li ho creati. Non rimpiango i film con 55 milioni di budget, insomma…Invece trovo che la vita sia tutta una questione di tempi, a volte siamo compiuti e altre incompiuti, siamo diversi in determinati momenti piuttosto che in altri. La vita è una burrasca».
Il vero vulcano della conferenza stampa, però, è Sabrina Impacciatore, che passa attraverso i suoi colleghi con un sacchetto di patatine prima che inizino le domande (l’unica ad accettarle è la Sandrelli), si prende gli sfottò di Giampaolo Morelli («Vuoi dire qualcosa, Sabrina?»), ma soprattutto lascia sgorgare senza alcun filtro la sua passione per il progetto (al quale ha anche collaborato come sceneggiatrice insieme a Gabriele Muccino e Paolo Costella), per lei a tutti gli effetti un secondo debutto con Muccino dopo L’ultimo bacio: «Gabriele è uno degli incontri più importanti della mia vita, mi ha chiamato alle 9 per raccontarmi il film, io andavo a letto tardi per un impegno teatrale in quel periodo, facevo Venere in pelliccia…però anche se ero rintronata ho capito fin da subito che questo film per Gabriele era un’esigenza urgente, dopotutto lui è un regista governato dalle sue viscere».
«Mi sono messo al suo servizio, come un soldato – continua la Impacciatore – Questo è stato un set indimenticabile per tutti noi perché Gabriele lo ha vissuto in totale estasi creativa, era un pittore che dipingeva il suo affresco. Si tratta di un film di pancia, che può piacere e non piacere, ma appena l’abbiamo rivisto abbiamo pianto tutti e non ci era mai successo. Non è un film manipolatorio, confezionato per piacere o per emozionare, ma è un film dal quale non ci si può difendere».
A casa tutti bene è sicuramente un film sulla famiglia, ma anche su un gruppo di persone governante da istinti e incompiutezze, che ne escono devastate e malconce. «La famiglia presuppone dei rapporti al cubo – osserva Stefania Sandrelli, mamma Alba – quello che provi per una madre, un padre o un fratello è che qualcosa che non provi per nessun altro e più cresci più te ne rendi conto. Tutti, a un certo punto, vogliono scappare dalla famiglia, ma poi è inevitabile voler ritornare, per cui andrebbero tenuti in maggior considerazione i rapporti familiari. Perché magari, se poi vuoi tornare, c’è il rischio di non trovare nessuno…Credo molto alle donne, ai loro valori e capacità. Se si investisse di più sulle donne, tutto sarebbe diverso».
La conferenza si chiude con una domanda a Gabriele Muccino su Chiamami con li tuo nome, film di Luca Guadagnino candidato agli Oscar che il regista, in un primo momento, avrebbe dovuto dirigere: «Erano tanti anni che Luca provava a realizzare quel progetto, alla fine penso che l’abbia fatto mille volte meglio di come avrei potuto farlo io».
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