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Rido perché mi amo

Rido perché mi amo

Era il millennio passato. La fine del secolo scorso. Un martedì. Ero appena tornato da scuola, ero alle superiori, Liceo Scientifico Statale “Orazio Tedone” di Ruvo di Puglia (BA). L’orario era il classico: due minuti prima che partisse “Dragon, dragon, dragon, Dragon Ball”. Chi sei, Goku? Non lo sai. Io sapevo benissimo cosa fossi, invece: affamato. Mia madre, tronfia, annuncia il menù del pranzo: coniglio alla cacciatora. Ci sediamo. Lo guardiamo. Io, mio padre e mio fratello. No, non era coniglio alla cacciatora.

«Sei sicura?» chiedo. «» risponde. «Ma’, no». Non è coniglio alla cacciatora. «E vabbè – dice –, non avevo le olive e ho messo le patate, non avevo il coniglio e ho messo il pollo». «Ma è pollo e patate» ribattiamo noi. «No, è coniglio alla cacciatora». Sapete, non era affatto un coniglio, né tantomeno alla cacciatora, ma era uno dei pollo e patate più buoni che abbia mai mangiato in vita mia. Me lo ricordo ancora. Era una ricetta sbagliata, ma era eccezionale.

Si chiama eterogenesi dei fini: volevi fare una cosa e te ne esce un’altra, ma meglio. Vabbè, ve l’ho spiegata così, ma voi siete lettori che capiscono. Capiscono tanto. L’idea, soprattutto, è che mia mamma quel giorno ha fatto uno straordinario pollo e patate, ma si è ostinata a definirlo in un’altra maniera. Era pessimo, come coniglio alla cacciatora. Ma preferiva che fosse pessimo, ma giusto nelle intenzioni, anziché buonissimo, ma risultato di un errore. Ma chi ve lo fa fare? Vi agitate inutilmente per avere ragione, quando ne avreste ancora di più guardando il mondo da un’altra prospettiva? Io ho cambiato prospettiva. Questo, oggi, è un manifesto: sono stanco. Stanchissimo. John Belushi è il mio mito e il mio attore di riferimento, ma ormai ho 42 anni. E sono sopravvissuto. Per anni ho pensato fosse una colpa e non sono mai riuscito a scrollarmi del tutto una etichetta meravigliosa, ma che non era la mia. Non sono un coniglio e nemmeno alla cacciatora. Sono un meraviglioso pollo e patate, coi miei difetti e i miei pregi. Ma sapete perchè era così buono, il pollo? Perchè mamma aveva, pur cambiando gli ingredienti, seguito la ricetta. E allora era tutto nuovo, l’approccio alle materie prime.

Io ho seguito un esempio, ho copiato, ho imitato, ho rubato e ho adattato. Ma tante cose mi sono rimaste addosso. Sapete quale mi è rimasta di più? Questa: “I miei personaggi dicono che va bene essere incasinati. La gente non deve necessariamente essere perfetta. Non deve essere intelligentissima. Non deve seguire le regole. Può divertirsi. La maggior parte dei film di oggi fa sentire la gente inadeguata. Io no.” Quante volte l’avete letta qui sopra, nelle citazioni? Questo, oggi, qui, è un manifesto. All’inizio della mia carriera mi prendevano perché ero grasso. Adesso mi prendono perché sono bravo. Ma se non mi avessero preso perché grasso, oggi non saprebbero quanto sono bravo. Eterogenesi dei fini. Ho imparato a guardarmi con gli occhi con cui mi guarda Ilaria: bellissimo. Lei mi vede bellissimo e io ho capito che mi vede così perché bellissimo mi ci sento io. Siete bellissimi. Ed è il momento che vi sentiate rappresentati sullo schermo da chi è come voi. E no, non è uno sfigato. Non è l’amico scemo. Non è il perdente, sempre, di turno. No.

Si può stare nell’involucro di Nicola Nocella ed essere fighi. Vincenti. Protagonisti. Voi come me, io come voi. A conquistare il mondo, un passo alla volta. Lo so, direttore, avrei dovuto scrivere tutto il mio Belushi vive solo parlando di Rido perché ti amo, il film che ho co-scritto e di cui sono il protagonista. Ma poi ho pensato che se Belushi vive davvero, vive nella necessità di raccontare storie in cui ci si possa riconoscere senza remore e senza sentirsi inadeguati. Sorridete, se non vi sentite adeguati. Guardatevi allo specchio e vedetevi bellissimi. E se a qualcuno non piacete, lasciate che rida di voi. Non sa cosa si sta perdendo. E non abbiate paura, mai. Siate coraggiosi. Ma mai, mai, mai sentitevi inadeguati. Perché il mondo è un cinema all’aperto e voi siete lo show!

Pegasus, Martha Production, QMI (2)

 

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