«A lei piace farlo». E’ questa la risposta provocatoria con cui Kristen Stewart risponde alla domanda del giornalista che le chiede come si è sentita ad affrontare le scene di sesso molto disinibite del film On the Road, tratto dal romanzo di Jack Kerouac e diretto da Walter Salles, presentato oggi in concorso a Cannes. Nel film, lei e’ Marylou che vive un’accesa passione per Dean Moriarty (Garrett Hedlund) e che si avventura insieme al compagno e all’amico Sal Paradise (Sam Riley) alla scoperta del mondo, rompendo tutti i legami con la famiglia e mettendosi in viaggio “sulla strada”.
«Sono una persona che ama mettersi alla prova tramite esperienze sempre nuove, mai sperimentate prima. Mi piace spingere e spaventarmi quando affronto un nuovo ruolo. Sapevamo di dover andare sempre oltre ed oltre così come fanno i protagonisti del romanzo e lo abbiamo fatto».
Il giornalista che pone questa domanda vuole rivolgere una domanda su Pattinson alla Stewart, ma il moderatore della conferenza Henri Behar lo blocca subito, dicendogli: «E’ un altro film», riferendosi a Cosmopolis, che vede protagonista Robert Pattinson e sarà proiettato venerdì qui a Cannes.
La Stewart si mostra infastidita , ma mantiene il self control.
Per il resto del tempo il moderatore, che solitamente interviene solo all’inizio, lascia pochissimo tempo ai cronisti e, pur ammettendo, a sua discolpa, quanto il cast sia veramente chimometrico (oltre alla Stewart, anche Kirsten Dunst, Garrett Hedlund, Sam Riley, Viggo Mortensen…), si ha la netta sensazione che si sia tolto tempo alla stampa per evitare le domande personali e scomode, specie alla Stewart a favore di una conferenza stampa pilotata nel più politically correct dei modi.
Walter Salles ha spiegato che il suo film non è solo un film sulla Beat Generation, come sarebbe ovvio pensare, ma «un viaggio lungo quel periodo della giovinezza in cui si pongono le basi per la vita adulta. E anche un racconto sulla perdita dell’innocenza e sulla fine del sogno americano».
Racconta anche quanto lungo sia stato il processo produttivo, che nasce dalla volontà di Francis Ford Coppola, e che gli attori sono stati coinvolti gia’ a partire dal 2004. «L’ho chiesto a Kristen ai tempi di Into the Wild e anche con il resto degli attori siamo sempre rimasti in contatto in questi anni in attesa di vedere se il film sarebbe andato veramente in porto» ci tiene a precisare Salles.
Tutti gli attori del cast sono stati anche in contatto con i familiari dei protagonisti del libro di Kerouac. Hedlund, attore molto istintuale e carismatico, che nel film interpreta Dean Moriarty, personaggio ispirato a John Cassidy, spiega di aver passato una giornata intera con Carolyn Cassidy e di aver costruito il suo personaggio, dopo aver assorbito tutti gli stimoli e i suggerimenti dati anche dal loro incontro.
La Stewart, a tale proposito, ha affermato: «La figlia di LuAnne Henderson a cui il mio personaggio Marylou si ispira è venuta sul set e abbiamo parlato di sentimenti. Non è una ribelle, è solo se stessa. Il suo scopo è essere completamente umana. Lei incarna completamente lo spirito del libro. E quando sul set avevo dei dubbi, sentivo di averla lì con me ».
Viggo Mortensen, che some sempre ha sventolato la bandiera della sua squadra argentina preferita, il San Lorenzo ha aggiunto altre considerazioni sullo spirito del film: «E’ una libera interpretazione de libro di Kerouac. E mi è piaciuto molto il fatto che ne evidenzi anche gli aspetti spiacevoli. Quel periodo fu unico e magico, ma non fu tutto rose e fiori. Il film a volte è disturbante, ci sono momenti con la droga e di profonda solitudine, donne incinte abbandonate dai mariti, alcool a fiumi e cosi’ via…».
Ha aggiunto il regista in coda all’intervista: «La cosa incredibile, che rende mitici questi individui, è che ebbero il coraggio di vivere tutto con la loro carne e non solo a parole. E mi auguro che i giovani spettatori possano essere ispirati dalla stessa energia».
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