Cowboys & Aliens, se Olivia Wilde cavalca come Mary Poppins

Ecco l'intervista alla protagonista femminile del western sci-fi e al regista Jon Favreau

Incontriamo Olivia Wilde e Jon Favreau in un junket organizzato nel corso del Festival del Film Locarno, dove hanno presentato in anteprima europea, Cowboys & Aliens, insieme a Daniel Craig e Harrison Ford.

Olivia, come è stata coinvolta nel film? Sa già cavalcare, non deve essere stato difficile per lei interpretare una cowgirl. Ci racconti qualcosa in merito…
OLIVIA WILDE
: «Sono cresciuta con i western, ma l’epoca di questo genere era finita quando ho intrapreso la carriera d’attrice. Così, quando ho sentito parlare di Cowboys & Aliens ero molto eccitata perché ero sicura che sarebbe stato un buon film. C’era un sacco di gente intelligente dietro il progetto. Sapevo che sarebbe stato un gran western. Ho letto lo script e ne ho avuto la conferma. Per avere la parte dovevo convincere Jon che sarei stata in grado e la prima cosa che gli ho detto è stata “so cavalcare”».
JON FAVREAU
:«Peccato che avesse un English Style… Cavalcava come Mary Poppins e non si addice molto a un western. Lo stile western è molto più scomposto e sensuale».
OW: «Ma anche Daniel cavalcava come me!».
JF: «Sì, ma lui è inglese e quindi è scusato».

Olivia, nel film, c’è una scena, una cavalcata molto pericolosa, di cui siete protagonisti lei e Craig. Ci può raccontare cosa provava durante le riprese? Era spaventata?
OW: «Mi sentivo al sicuro perché con me c’era Daniel. Pensavo: “Daniel mi salverà”».

Jon, come siete riusciti a lavorare tutti insieme lei, Ron Howard, Steven Spielberg…?
JF: «La prima volta che ho sentito parlare di Cowboys and Aliens è stato molto tempo fa. Si parlava di un progetto di Spielberg e mi dissi: “Io voglio vedere questo film”. Quando ho letto lo script, dopo aver girato Iron Man, ho pensato che sarebbe stato davvero fico, divertente.
La cosa che mi ha colpito di più è stata quanto due generi così diversi in realtà fossero complementari e si amalgamassero. E mi si è presentata la possibilità di fare un film davvero unico nella mia carriera. Era la chance di fare un western. Sarà un film che non si ripeterà più. Sarà diverso, unico, divertente, nonostante la competizione con film molto più facili da vendere, come Transformers 3, Pirati dei Caraibi. Sai che con questi film riesci a fare dei soldi. Dovevamo fare un western che rispettasse la tradizione e l’arrivo degli alieni avrebbe dovuto essere realistico anche se divertente. Tutto questo, con la consapevolezza di realizzare comunque un pop-corn movie».

Olivia, è stato difficile interpretare il suo personaggio? Quelli di Ford e Craig sono ruoli comuni in un western, ma il suo è un personaggio differente…
OW
: «Mi sono ispirata di più a uno stile maschile, in effetti, a Clint Easwood, all’economia di gesti e parole. L’aspetto più interessante di Ella è tuttavia il suo segreto. (ATTENZIONE SPOILER, ndr) Sa che si dovrà sacrificare, ma non confessa a nessuno il suo intento finché non deve. Il museo di Los Angeles è stato un’altra grande risorsa, anche se Ella non è uno stereotipo: non è la donna del saloon, non è una cowgirl… è un po’ tutti questi personaggi, ma va oltre, è una outsider. Dovevi essere molto forte per sopravvivere a quei tempi e in quelle situazioni ed Ella è un personaggio così. Non ho mai incontrato un personaggio come lei prima. (ATTENZIONE SPOILER, ndr) Ad esempio lei parla Apache, ma è un’abilità che rivela di avere solo quando deve».

(!!!!ATTENZIONE SPOILER!!!!) Per diventare un’eroina, Ella deve morire. Perché?
JON FAVREAU: «Ella è una sorta di angelo che aiuta Craig. E’ una sorta di spirito. Non si sa nepure davvero se esiste. Lo aiuta a ricorda. Lei muore, torna. Potrebbe non essere morta alla fine. Non è una persona. Non è di questo mondo».

(!!!!ATTENZIONE SPOILER!!!!) Perché non si vedono indiani alla fine del film?
JF: «Non sarebbe stato credibile. Hanno combattuto insieme, ma non li puoi vedere in città a bere con i cowboy».

Olivia, secondo lei è credibile una donna di potere al cinema? Le donne hanno un potere diverso da quello degli uomini?
OW: «Non è la prima volta che al cinema si vede una donna forte. Un esempio è il personaggio di Sigourney Weaver in Alien. E’ molto intelligente e anche forte fisicamente. Ma credo che ci sia una differenza nel cercare di essere come un uomo e invece essere potente come donna. Il potere della donna è anteporre l’intelligenza alla forza fisica. Ella ha una pistola, ma praticamente non la usa, cerca di usare la propria inteligenza, anziché la sua forza fisica».

Olivia, questo è il suo momento. Si sente appagata?
OW: «Credo che sia solo l’inizio per me. I registi che credono in me sono pronti a prendersi qualche rischio. Sto cercando anche di provare a me stessa di essere in grado di affrontare ruoli sempre più importanti e difficili. Sto anche cercando di mettermi alla prova con generi e sceneggiature diverse, per dimostrare le mie capacità. Non so se questo è il mio momento, non so se voglio neppure pensare qualcosa del genere. Ma sono fortunata perché ho una scelta più ampia e la possibilità di dire più no che sì. Sto anche provando a sviluppare qualcosa di mio, ed è davvero eccitante. Ho appena diretto un mio cortometraggio, sto per produrre un altro film. Dico di no a quello che ho già fatto perché non voglio ripetermi e fare lo stesso personaggio di nuovo. D’altra parte credo che Hollywood stia attraversando un gran momento. Tra le sceneggiature che sto leggendo, ci sono davvero buone storie in arrivo. Credo di essere molto fortunata a essere un’attrice oggi e di far parte di una grande generazione di attori, di poter recitare con loro oggi e magari di dirigerli un giorno».

Quali sono i suoi prossimi progetti, Olivia?
OW: «Preferisco non parlarne, ma Cowboys and Aliens è sicuramente un film di svolta per me».

La vedremo ancora in Dr. House?
OW: «Sì, ma per qualche episodio». (Foto Kikapress)

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