Kim: «Vallanzasca non è il male assoluto»

Kim Rossi Stuart in un nuovo “romanzo criminale” firmato sempre da Michele Placido. Questa volta è da solo, senza banda. Protagonista a tutto tondo di un film che ha scatenato un fiume di polemiche

Gli occhi sono di ghiaccio, lo sguardo fermo, le mani tracciano segni nell’aria, con una calma quasi zen. Kim Rossi Stuart è un uomo mite. Parla poco, va dritto al punto. Tutto il contrario dell’ultima maschera che si è messo sullo schermo, e di cui siamo qui a parlare. Kim pare lontanissimo dalla strafottenza debordante e sanguinaria di Renato Vallanzasca, il bandito degli anni di piombo e dell’ultimo “romanzo criminale” di Michele Placido, presentato fuori concorso – e non senza sollevare accese polemiche – all’ultima Mostra di Venezia e nelle sale a gennaio. Kim il buono (seduto sulla poltrona davanti me) contro Kim il cattivo (quello che si vede sullo schermo).

BEST MOVIE: Com’è che la persona che ho di fronte non ha nulla a che vedere con Vallanzasca? Eppure nel film lei è identico a lui…
KIM ROSSI STUART:«Sarà che io, nella vita vera, non sono mai stato in carcere (sorride). O piuttosto che noi attori lavoriamo di mimetismo, siamo costretti ad esplorare mondi lontani, siamo ingordi di raccontare storie anche molto dure. Questa volta mi ha aiutato l’istinto, e anche la paura di dare corpo e anima a un personaggio ancora vivo».

BEST MOVIE: L’ha incontrato molte volte durante la lavorazione?
KIM ROSSI STUART: «Sì, per me per interpretarlo era importante attaccarmi a qualunque dettaglio possibile. Ad esempio, non mi aspettavo di trovare una persona così ironica, in ogni momento della sua vita».

BEST MOVIE: E, dicono le cronache e il film, anche molto affascinante.
KIM ROSSI STUART: «Lo è. Vallanzasca non è il male assoluto: in lui coabitano Bene e Male, in una lotta estrema».

BEST MOVIE: Le famiglie delle vittime hanno però polemizzato sulla scelta di portare la sua vicenda al cinema.
KIM ROSSI STUART: «Certo, è un personaggio controverso, e soprattutto è ancora vivo, a differenza di criminali come Dillinger o Mesrine, protagonisti di film anche recenti. Ma il cinema gangster è sempre esistito, e sempre esisterà. Quanto al dato umano, ricordo quando la vedova di uno degli uomini della scorta di Falcone parlò, ai funerali del marito, di perdono. Cosa bisogna augurare a un criminale, altrimenti? La pena di morte? Non lo trovo molto cristiano. Ma non voglio mettere bocca in questa faccenda, troppo privata, troppo delicata».

BEST MOVIE: Per questo film ha dovuto fare un duro lavoro sul suo corpo.
KIM ROSSI STUART: «Girarlo è stato molto impegnativo, anche fisicamente, una delle esperienze più dure della mia carriera. Specie le scene in cui Renato compie atti di autolesionismo».

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Kim Rossi Stuart, 41 anni, è Renato Vallanzasca. Ma non si è limitato a recitare. Michele Placido, infatti, gli ha chiesto di collaborare alla stesura della sceneggiatura, tratta dal libro Il fiore del male scritto a quattro mani da Carlo Bonini e Renato Vallanzasca stesso (edito da Tropea)


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