L’idea di base è raccontare la pornografia e l’erotismo non nella maniera tradizionale, ma considerando una molteplicità di sfumature e di età. Le ragazze del porno sono un gruppo di registe: Maria Chiaretti, Erica Z. Galli, Martina Ruggeri (per l’industria indipendente), Anna Negri, Regina Orioli, Titta Cosetta Raccagni, Lidia Ravviso, Emanuela Rossi, Slavina, Monica Strambini, Roberta Torre. Etereogenee e diverse fra loro hanno dai 25 ai 70 anni.
Per supportare le riprese, che inizieranno a luglio, potete accedere alla pagina del crowdfunding Indiegogo (indiegogo.com/leragazzedelporno) e selezionare diverse opzioni (dalla vendita delle magliette, al party di fine film, alla visita sul set fino a passare ai pacchetti special comprensivi di un invito a cena con le registe, invito sul set, e la menzione nei titoli di coda, arrivando fino alla menzione speciale di co-produttore).
Per questi progetti iniziali il budget da raggiungere è di 15.000 euro, necessari per la realizzazione dei primi tre episodi dei dieci corti previsti in programma.
A presentare l’iniziativa, le registe e l’ideatrice de Le ragazze del porno, la giornalista Tiziana Lo Porto: «Mi sono ispirata a un film svedese dal titolo Dirty Diaries che ha avuto molto successo. Crediamo moltissimo nel progetto, ma non eravamo preparate a tutta questa visibilità! Ci sono panorami simili in tutto in mondo, tranne che in Italia. Sappiamo che ci sono registe che si possono confrontare con questo argomento. È così che è nata l’idea del progetto su un punto di vista scarsamente rappresentato dal panorama italiano. Siamo dodici, undici registe, e abbiamo scritto già tutte le sceneggiature. In questo momento stiamo cercando, tramite il crowdfunding, di trovare i fondi per realizzare questi progetti. Il 29 e 30 marzo presso lo studio Delogu a Roma saranno esposti in vendita quadri, foto, incisioni, disegni e gioielli per raccogliere fondi per la realizzazione dei progetti».
Fino dove siete disposte a spingervi nella rappresentazione del sesso?
Monica Strambini: «Non sarà una solita rappresentazione del porno, la cosa importante per noi è lavorare non sotto pseudonimo. Il concetto è mettersi a nudo, anche con il loro desiderio di chiedere, e pretendere, piacere, non solo del subire e accontentare».
Anna Negri: «I vincoli di censura non sono il problema, è fare una rappresentazione bella della sensualità. Liberandoci dai taboo liberiamo la sessualità non solo femminile ma anche maschile, in una funzione educativa del porno».
Potrebbe essere difficile trovare attori, ci avete già pensato? E che tipi di corpi avete pensato di rappresentare?
Regina Orioli: «Non abbiamo ancora iniziato, speriamo che non ci siano problemi nella scelta dei protagonisti. Per gli attori sarà difficile accettare un film esplicito, conosco i miei colleghi e non vedo questa scaltrezza e slancio, ma forse potrebbe ispirare avere delle registe dall’altra parte della camera. Non intendiamo usare attori porno, ci saranno una varietà di corpi, di età diverse e approcci diversi alla sessualità (sì, ci saranno cellulite, peni non giganti…)».
Anna Negri: «Alcuni attori vogliono sperimentare le scene di sesso, anche esplicito, per esplorare e superare i propri limiti. Penso ad esempio a Lars Von Trier e Nymphomanic. Noi vogliamo rappresentare un’esperienza umana comune, universale».
Il lato sentimentale verrà preso in considerazione o avete paura di cadere nel solito pregiudizio riguardante la sessualità femminile?
TLP: «L’importante è che ci sia la componente emozionale, perchè ci deve essere quando fai cinema. Noi vogliamo avere a che fare con le passioni, un mondo che non è solo femminile, e non necessariamente legato alla sfera del sentimentale».